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Dieci magie di Florian Mayer

Di Florian Mayer, tra una ventina d’anni, si ricorderanno in pochi. Ha giocato un paio di quarti di finale negli Slam (a Wimbledon), ha vinto un solo titolo in carriera (Bucarest 2011) e a parte qualche sporadica vittoria, non ha mai conquistato i titoli dei giornali. Il suo miglior ranking, al numero 18, è abbastanza lontano oggi anche perché il tedesco, che compirà a breve 32 anni, ha subìto l’anno scorso un infortunio che lo ha tenuto fuori quasi dodici mesi. Il rientro nel circuito, per ora, non è stato positivo: da Montecarlo a oggi ha giocato 19 partite e ne ha perse 13. Solo ad Halle, sull’erba, è riuscito a vincere più di una partita nello stesso torneo. Mai dire mai, direbbe Tommy Robredo, ma la carriera di Mayer sembra avviata verso un lento declino anche se a maggio, al magazine tedesco Tennis Magazin, ha dichiarato che durante lo stop per l’infortunio non ha mai pensato al ritiro.

Il gioco di Florian Mayer non è catalogabile secondo i canoni del tennis attuale e probabilmente nemmeno secondo i canoni del tennis del passato. Predilige il gioco di fondo, è vero, ma ha un’incredibile sensibilità a rete, una delle migliori del circuito; non serve particolarmente bene ma è capace di variare il servizio e sorprendere i suoi avversari con traiettorie molto lavorate; ha un dritto tanto macchinoso quanto efficace e un rovescio fluido con cui inventa angoli strettissimi (spesso saltando). Infine, sa giocare smorzate impossibili in momenti inaspettati e che di solito lasciano fermo l’avversario. È un tennis più bello che utile come il calcio di Zidane (Moggi dixit), che fa ammattire i meno esperti. I più forti, invece, trovano facilmente le contromisure ad un gioco poco potente e che si affida principalmente all’ispirazione del momento. Siccome siamo degli inguaribili romantici, abbiamo scelto dieci punti che spiegano perché Florian Mayer ci fa sospirare ogni volta che scende in campo.

1.


Doha si gioca nella prima settimana dell’anno e di solito i tennisti più forti usano questo torneo per mettere un po’ di minuti nelle gambe e anche per registrare i colpi in vista degli Australian Open. Ma se ti ritrovi davanti Florian Mayer, il rischio è solo di giocare una partita dai ritmi strappati e dai punti illogici. Probabilmente quello che meno serviva ad un Murray in cerca della migliore condizione a inizio 2014. Questo punto è piuttosto indicativo: la pesantezza di palla di Murray non è semplicemente sostenibile per Mayer e allora, visto che non può palleggiare da fondo col dritto che si ritrova, fa un saltino e ricama un dropshot. Il tedesco vincerà in rimonta 3-6 6-4 6-2 e partirà molto bene in quella stagione: semifinale in Qatar e ottavi in Australia, dove vince anche un set contro David Ferrer dopo aver eliminato il n.14 e il n.20 del tabellone.

2.


32 scambi con Seppi che prova a vincere il punto in tutti i modi e Mayer che si inventa un colpo giocato al volo da fondo campo. Il tennis dell’altoatesino e del tedesco sono ai due poli opposti: ragionato e paziente quello di Andreas, istintivo e poco propenso agli scambi lungi quello di Florian. Ogni tanto, però, anche Mayer non disdegna il palleggio, specie sulla terra. Qui è talmente ispirato che questo punto, molto semplicemente, non lo poteva perdere. Sembra un punto da esibizione tanto è svogliato lo smash di Seppi e casuale il recupero di Mayer (a una mano per giunta). Ma la magia finale è da standing ovation.

3.


Ancora Doha 2014. Murray non ha ancora capito che colpo volesse giocare Mayer: palla corta o rovescio lungolinea? Probabilmente non lo sapeva manco Mayer. Ne viene fuori un back di rovescio incrociato che lascia Murray completamente fermo.

4.


Questo è uno dei punti più spettacolari della carriera di Florian Mayer anche se lo ha eseguito parecchie volte. E sì, non occorre che controlliate sul suo sito, perché l’abbiamo già fatto noi: il suo mito di gioventù era Boris Becker. Mayer vince un punto incredibile nel tie-break del secondo set contro Gasquet ad Halle 2013 con una volée al tuffo che il giorno dopo è finita anche nelle bacheche Facebook di chi non segue il tennis. È l’ultimo punto che Mayer vince nella partita e anche il più spettacolare. Nel primo set aveva vinto un punto nella stessa identica maniera. E quest’anno, sempre ad Halle, si è ripetuto.

5.


In cinque incontri, Mayer non è mai riuscito a vincere un set contro Novak Djokovic. Facile capire perché: Djokovic difficilmente va in difficoltà con giocatori così leggeri, anche se i tagli del tedesco potrebbero dargli fastidio, specie quello lungolinea. Il punto è che Mayer è un tennista a metà tra il passato e la contemporaneità e non attacca quanto dovrebbe. In questo punto giocato a Montréal 2013, comunque, si apprezza tutto il suo repertorio in uno scambio di 15 colpi: c’è il rovescio anticipatissimo, lo slice lungolinea, la palla corta e alla fine la volée in allungo per chiudere il punto del match.

6.


Dropshot e lob, dropshot e lob: questo punto spiega meglio di tante parole quanta fatica deve fare uno come Florian Mayer per fare il punto contro uno come David Ferrer.

7.


Contro Rafael Nadal, a Shanghai 2011, Mayer ha raggiunto la vittoria più importante della sua carriera, battendo il numero due del mondo in due set (per ora, contro in numeri uno, ha sempre perso senza mai vincere nemmeno un set). Questa volée di puro istinto, in un momento delicato del match (Nadal stava alzando i giri del motore, dopo aver perso il primo set al tie-break) è il punto della partita. Mayer è avanti 40-30 e decide di sorprendere il maiorchino con un serve and volley da sinistra. Servizio al centro, sul rovescio di Rafa, e lo spagnolo trova una risposta bella profonda, con la palla che ormai era dietro la schiena di Mayer. Nessun problema: giravolta e palla agganciata con una volée fantascientifica. Non ci crede nemmeno lui, tant’è che chiede scusa a Nadal.

8.


Mayer non stacca la mano sinistra nemmeno per colpire lo slice. Ma è un colpo molto efficace lo stesso, se riesce a fare un passante da quella posizione là.

9.


Se potesse, Roger Federer giocherebbe solo contro avversari come Florian Mayer. Questo tennis così peculiare esalta infatti il tennis a tutto tondo dello svizzero, che può dominare quanto vuole sulla diagonale di dritto, fare a gara sullo slice più bello oppure divertirsi a rete. Qui Federer però deve vincere il punto senza troppi fronzoli: ha subìto un break e sta rincorrendo, per giunta in una finale di un torneo (a Stoccolma 2010). Per cui si va sui binari soliti: botte di dritto e chiusura a rete. Ma Mayer non ci sta e anche se è dietro la riga di fondo campo di almeno tre metri riesce a trovare un passante di rovescio davvero incredibile. Il tedesco per certi versi assomiglia a Simon nella capacità di appoggiarsi ai colpi dell’avversario ma contro lo svizzero ha vinto un solo set in sei incontri.

10.


Si chiude con un punto che è davvero difficile da spiegare. Mayer si trova nella difficile situazione di remare sull’erba, non certo la sua condizione di gioco preferita. Però con il back che si ritrova è capace di mettere in difficoltà un tennista poco adatto al tennis d’attacco come Leonardo Mayer. E in questo punto la differenza di adattabilità si vede: l’omonimo argentino prova un attacco a rete, dato che il tedesco è ben distante dalla riga di fondo campo, ma si vede recapitare un dritto incredibile e vincente, chiuso col polso. È un colpo velocissimo e imprendibile, una traiettoria che sarebbe stata impossibile (a quella velocità) se Florian avesse giocato un colpo piatto.

Florian Mayer


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