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Insalata mista

Da ragazzino, in uno dei circoli dove ho giocato per qualche anno, d’estate si organizzava “la 24 ore di sport”. Si trattava di una giornata di sport, appunto, che durava veramente 24 ore, spalmata su due giorni, e che comprendeva tutti gli sport praticabili sui due campi da tennis e due da calcetto di quel piccolo circolo di provincia. Ci ritrovavamo a giocare di giorno e di notte in una sorta di edizione ciociara delle Olimpiadi estive, che avevano cadenza annuale però, e dove tennisti e calciatori si mischiavano in improbabili formazioni.

Io giocavo a calcetto e a tennis, non a calcio-tennis però, perché i miei piedi erano riluttanti ai tocchi vellutati necessari a fare bella figura in campo. All’epoca praticavo sia il calcio che il tennis, e me la cavavo discretamente in entrambi gli sport. Per la mia squadra, i Fudge Tunnel (gruppo inglese, pioneri dello sludge metal) gareggiavo quindi nel calcetto e nel doppio maschile del tennis. In singolare non giocavo, perché c’era uno più forte di me. Questo si schierava anche nel doppio misto in compagnia della tennista più forte del nostro doppio femminile. I due vincevano puntualmente il torneo ogni anno, e amoreggiavano pure. Cose da doppio misto. Non abbiamo mai vinto la “24 ore”, ma ci siamo divertiti molto, perché per una volta si poteva gareggiare senza l’assillo della vittoria. Tutto si poteva prendere con leggerezza, soprattutto nel doppio misto, dove tirare forte “al corpo” ad una donna a rete non è il massimo dell’eleganza.

Il mio torneo di provincia degli anni ‘90, che aveva la stessa tensione agonistica di una gara di burraco fra anziani, ricorda quello in svolgimento a Rio, dove improbabili coppie ridono, scherzano e si abbracciano giocando però per la stessa medaglia d’oro per la quale si lotta e si piange dopo quatto anni passati ad allenarsi per questo momento. Ma d’altronde, basta guardare il tabellone per non prendere tanto sul serio questo torneo, anche quando in campo scendono i migliori. Tipo la Spagna, che ha iscritto Rafael Nadal e Garbiñe Muguruza ma li ha visti scegliere di fare altro piuttosto che incrociare le racchette contro Radek Stepanek e Lucie Hradecka, ma si sa: Stepanek di misto se ne intende.

Mattek-Sand e Jack Sock, concentratissimi.
Bethanie Mattek-Sand e Jack Sock, concentratissimi.

E poi sono ancora in gara gli americani fortissimi, Jack Sock e Bethanie Mattek-Sand, ehm, al secondo turno così come Venus Williams e Rajeev Ram, che giocheranno contro gli italiani, brava gente. Noi abbiamo scelto il meglio del meglio a disposizione: Fabio Fognini e Roberta Vinci. Prima di giocare il doppio misto, il buon Fabio ha quasi emulato sé stesso in quel di Napoli, quando in Coppa Davis batté un mediocre Murray in quella partita che tutti ricordano come il suo acme sportivo. Roberta Vinci, invece, sollevata dall’uscita di scena nel doppio femminile con Sara Errani, si è divertita con Fognini a battere due “fenomeni” della disciplina come Herbert e Mladenovic, francesi e testa di serie numero due del torneo, pensate un po’. A fine gara Fognini alzava le braccia al cielo: «Almeno una l’abbiamo vinta oggi».

Il torneo di doppio misto presenta un’affidabilità delle teste di serie praticamente nulla. I numeri uno del tabellone, i francesi Nicolas Mahut e Caroline Garcia, hanno perso contro i brasiliani Marcelo Melo e tale Teliana Pereira, che vabbè, non c’è neanche bisogno di commentare. Un altro nome importante, Agnieska Radwanska, ha giocato assieme a Lukasz Kubot, nome abbastanza noto. Potevamo aspettarci, quindi, una vittoria, no? No. Fuori al primo turno contro i romeni Horia Tecau e Irina-Camelia Begu, così i due si sono abbracciati nella bandiera tricolore.

mirza bopanna
Sania Mirza e Rohan Bopanna mentre tossiscono a Rio

A questo punto, toccherebbe fare un pronostico. Se l’India, nelle persone di Bopanna e Mirza, riuscirà a liberarsi ancora una volta dal giogo inglese, nelle persone di Andy Murray e Heather Watson, allora il torneo potrebbe diventare interessante, perché non crediamo che i nostri azzurri riusciranno a perdere contro gli statunitensi Venus Williams e Ram (perderanno sicuramente). Nella parte alta del tabellone il tennista più forte è Radek Stepanek, e questo è il nostro pronostico.

E quindi nella “disciplina” che si gioca quattro volte l’anno (negli Slam, e dove sennò?), e che in tutta la storia dello sport olimpico si è disputata solo due volte, nel 1924 a Parigi e nel 2012 a Londra, quando vinsero i bielorussi Viktoria Azarenka e Max Mirny, noi possiamo andare a medaglia. Se il tennis siamo tornati a vederlo in tv con il commento “tecnico” della Rai – vabbè, in streaming su internet – perché noi non possiamo sognare Fognini e Vinci medaglia d’oro nel misto? Vabbè, dovevano esserci le “cichis”, dopo tutte quelle preghiere di Malagò e Binaghi per farle giocare assieme, ma vorrete mica mettervi a cercare il pelo nelle medaglie? Se poi fossero pure d’oro vedrete come tutti, in Italia, diventeranno giocatori di doppio misto. E chissà, magari ci scappa l’edizione romana: in fondo è il più importante torneo dell’universo no?

Olimpiadi 2016


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