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Due turni di sorprese agli US Open

Dopo due turni di gioco, la certezza di avere Federer contro Nadal in semifinale venerdì 8 settembre si sta sgretolando. I due ritrovati padroni del tennis attuale stanno faticando molto più del previsto a NYC, con i fan in agitazione e gli organizzatori che pregano per avere La Partita. Il rischio che questa edizione del torneo sia ricordata come quella dei grandi assenti è davvero alto, ma al netto di nomi che non ci sono, il torneo sta fornendo indicazioni serie su chi dominerà il tennis del futuro, con molti giovani che si stanno mettendo in mostra sempre con maggiore continuità. I vari Djokovic, Murray e Wawrinka torneranno, certamente, ma si tratta di giocatori nella fase finale di carriera che vinceranno ancora ma non domineranno più.

Dopo due turni sono state eliminate 14 teste di serie. Fra queste ci sono tre giocatori che in molti vedevano come favoriti alla vigilia: Dimitrov, Zverev e Kyrgios. Zverev ha perso contro Coric, un giovane di cui si parla meno di tanti altri ma che sembra stia trovando una costanza di rendimento, mentre Kyrgios ha deciso di perdere contro Milman e vai a sapere se è colpa della spalla (ha giocato il doppio il giorno dopo) o della solita indolenza. Chissà come pensa di giocare contro i migliori, negli unici match che riescono a impegnarlo sotto il profilo psicologico – così ha dichiarato lui stesso, se non batte i mediocri tennisti dei primi turni. Non è una sorpresa che Dimitrov abbia perso in tre set contro un giovane seppur bravo come Andrey Rublëv. Lo è forse la maniera in cui è arrivata, in tre set, con Dimitrov apparso abbastanza demotivato nonostante giusto qualche settimana fa avesse conquistato la prima vittoria in un torneo Masters 1000. Goffin ha impiegato cinque set per battere un onesto tennista come Guido Pella, segno di una condizione ancora lontana dall’ottimale, e così ha fatto Gaël Monfils, che verrà ricordato come tennista fra i più divertenti del decennio ma anche uno fra i meno vincenti, visto che ha battuto un tennista mediocre come Young solo per 7-5 al quinto set. Il francese giocherà contro Goffin.

E poi ci sono loro due. Le sofferenze di Roger Federer stanno facendo il giro del mondo. Si allena a Central Park per ossigenare la mente, non gioca come ha fatto fino a Wimbledon nel 2017, concede più tempo agli avversari per giocare da fondo campo e, addirittura, commette errori gratuiti, e ne sta commettendo davvero tanti. Lo svizzero si è trovato a fare match pari con Tiafoe e con Youzhny, che forse l’avrebbe battuto se a metà del quarto set, quando era in vantaggio per due set a uno, non avesse cominciato a soffrire per crampi alla gamba destra. Roger, che non conosce pietà, commentando la vittoria numero 17 su 17 match giocati contro il russo ha detto: «Questa è stata la nostra partita migliore». Pensate le altre, verrebbe da dire, visto quanto è stata brutta questa, un match nel quale entrambi servivano a velocità attorno alle cento miglia orarie, spesso anche al di sotto, con errori gratuiti copiosi e smorzate a metà campo, colpi steccati e doppi falli puntuali. Ma intanto, Federer “survives”, come scrivono gli americani, e al terzo turno trova Feliciano López, un altro con un record ampiamente negativo nei confronti diretti (0-12). L’impressione è che se Federer perderà, non lo farà di certo contro uno che accorcerà gli scambi di suo scendendo a rete.

«La schiena è a posto, oggi non è stato questo il problema», ha dichiarato Roger nella conferenza stampa post match. Commentando i due match di fila vinti al quinto set, prima volta che gli capita in uno Slam, ha detto: «La mia preparazione non è stata buona, sto soffrendo più di quanto avevo preventivato. Ma sono ancora in tabellone, e quindi ho una possibilità». Riguardo la sua preparazione, Roger si riferisce ai due colpi che stanno facendo cilecca rispetto all’inizio dell’anno, il servizio e la risposta. «Non ho praticamente allenato il servizio e anche in risposta sbaglio molto. È una questione di timing, di ritmo. Comunque, vincere grazie al fisico è una bella sensazione».

Ma se Basilea piange, Maiorca non ride. Sùbito dopo la partita vinta al quarto set contro il giapponese Taro Daniel, numero 121 ATP, Rafael Nadal ha detto che il suo colpo migliore del match è stato quello con cui ha scagliato sulle tribune la pallina a fine gara. Avanti un set e un break, il giapponese ha ceduto nei rimanenti tre set di fronte a un Nadal formato 2016, insicuro com’era lo spagnolo nel prendere le redini di un match e accettando di vincere la partita contenendo l’esuberanza dell’inesperto avversario. Così è andata, con Nadal che tornava a far rimbalzare il dritto oltre la linea del servizio solamente nel finale di gara.

«Ho colpito 40 vincenti, e questo è un buon numero, ma ho commesso anche 35 errori gratuiti, e questo non è un buon numero: devo migliorare molto da questo punto di vista», ha dichiarato Rafa dopo il suo match, attribuendo la sua partenza lenta all’approccio mentale alla gara. Quando gli hanno chiesto del suo prossimo avversario, l’argentino Leonardo Mayer, ha risposto in maniera molto franca: «Se voglio avere possibilità di successo devo giocare molto meglio di quanto fatto oggi».

Federer contro Nadal è a tre partite di distanza. L’approccio del clan spagnolo è questo: «Preferirei che Federer perdesse prima. Non mi piace che Rafa giochi contro i migliori, come Federer, Djokovic o Murray. Preferisco evitare questi match», dice Toni. Ma Carlos Moyá non è d’accordo: «Perché no? Sarebbe un match grandioso per la folla e per il tennis. Manca ancora molto ma se si farà questa partita ci faremo trovare pronti».

Se questo match si giocherà, sarà la finale anticipata del torneo. Ma nella parte alta del tabellone sono ancora in gara Dominic Thiem (ha battuto lo statunitense Taylor Fritz in quattro set, ma ha rischiato di andare al quinto), Juan Martín del Potro, Roberto Bautista-Agut, Andrey Rublëv e Gaël Monfils, tutti giocatori che possono creare problemi ai primi due, per un motivo o per l’altro. Invece, nella parte bassa del tabellone, solo Marin Cilic ha i galloni di vincitore Slam. Giocatori “big server” come Isner e Querrey possono arrivare molto avanti in questa parte di tabellone, che ha in Coric e Shapovalov i giovani in fieri. Questi US Open, comunque finiranno, saranno lo Slam più bello del 2017 assieme agli Australian Open, se non fosse altro che nessuno vincerà il torneo senza perdere un set.

US Open 2017


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