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ATP Trolling Finals

L’anno più anomalo del tennis si conclude con un’edizione delle ATP Finals che ritrova da protagonisti i grandi assenti dell’edizione 2016, Roger Federer e Rafael Nadal. Tutti sperano di trovarli in campo alla domenica della finale, l’epilogo migliore, quello che vorrebbero tutti i tifosi e che forse vorrebbe pure Rafa, che quest’anno avrebbe l’occasione più ghiotta da molti anni a questa parte di vincere il torneo che non ha mai vinto, Federer permettendo.

Il torneo è iniziato e Federer ha già vinto la sua prima partita del girone contro Sock, rispettando in pieno il pronostico. Lo statunitense ha vinto l’ultimo torneo del calendario, quel falso 1000 che è diventato Parigi-Bercy nel corso degli anni, ma contro Federer non è riuscito mai a dare l’impressione di essere competitivo. Roger, contro avversari del genere, ancora parecchio lacunosi dal punto di vista tecnico, non perderà neanche qualche anno dopo aver smesso col tennis.

Sock ha subito forse un po’ l’emozione del debutto, d’altronde in una settimana è riuscito a vincere il torneo più importante della sua vita e ad entrare fra i migliori dieci del mondo, qualificandosi per le finali grazie ai tanti assenti di cui oramai sapete, quelli che in questi giorni postano sui social network post sulla ripresa degli allenamenti o sulle partecipazioni a eventi mondani. Federer ha fatto il Federer. Non è quello di inizio stagione, ma si muove ancora molto bene in campo – meglio di Sock, per dire, ed è questo a fare la differenza più del suo tennis. La sua condizione tecnica migliorerà di partita in partita e questo dovrebbe consentirgli di vincere il torneo in agilità, salvo sorprese.

Nel match serale, Marin Cilic, sotto per un set a zero, riusciva improvvisamente a contenere il numero degli errori non forzati, una statistica in cui Zverev aveva il conto peggiore fin lì. Pareggiato il conto dei set e andato in vantaggio di un break nel terzo, Cilic si è improvvisamente smarrito. Perso un game che avrebbe consolidato il vantaggio avanti 40-15 sul proprio servizio, il croato ha dato fiducia al tedesco che sul 4-4 ha fatto otto punti di fila vincendo la partita. Entrambi i tennisti hanno giocato meglio nella prima parte della stagione, raccogliendo poco in termini di risultati nei rimanenti sei mesi dell’anno. Ma Zverev ha vinto due Master 1000 quest’anno, ha scelto di giocare le Finals vere invece di quelle NetxGen e ha messo in chiaro fin da subito che non ha intenzione di fare la comparsa. Il tedesco ha giocato bene da fondocampo e ha chiuso a rete le volée che doveva chiudere. Alla fine ha meritato di vincere la partita.

Zverev ha mostrato anche la solita simpatia in campo, battibeccando con l’arbitro dopo un over-rule sbagliato. Dall’introduzione del Falco i giudici di sedia non rischiano più l’over rule, perché invertire la chiamata del giudice di linea significa esporsi alla gogna pubblica del Challenge che il tennista chiama sistematicamente. L’impressione è che i giudici di linea hanno gli anni contati: la sperimentazione del Challenge in automatico vista alle NextGen Finals ha funzionato bene, e quindi il passo a pensionare i giudici di linea sarà breve.

Tornando al match, Cilic ha pagato un passaggio a vuoto che un giocatore della sua esperienza non avrebbe dovuto commettere, specie a pochi turni di battuta dalla vittoria. Il ventinovenne di Medjugorje ha giocato molto bene col dritto e ha commesso i soliti gratuiti di rovescio, a velocità alle quali un giocatore che puntasse alla vittoria finale non dovrebbe mai sbagliare. Anche al servizio non è stato “ingiocabile” e quindi Zverev non ha avuto difficoltà a incanalare la partita nella sua comfort zone, gli scambi da fondocampo. A questo punto il croato sembra già spacciato dopo aver perso la prima partita. Deve giocare contro Federer, ma sarà curioso vedere se Roger riuscirà a alzare il suo livello di gioco contro Sasha Zverev, cui la vittoria al debutto darà sicuramente fiducia.

La vittoria contro Cilic vale già mezza qualificazione per Zverev

E poi c’è il gruppo di Nadal. L’impressione della vigilia è che chiunque sia in grado di qualificarsi per le semifinali. Su Rafa ogni giorno i giornalisti fanno il bollettino medico, studiandolo in allenamento per valutare le condizioni del tendine del ginocchio, la causa dell’infortunio che lo ha costretto al ritiro al torneo di Parigi. Nadal potrebbe stringere i denti per l’ultimo torneo dell’anno prima del riposo, spinto dalla motivazione di una scarsa concorrenza (ricordiamolo: non ci sono Djokovic, Wawrinka, Murray, Raonic e Nishikori) per provare a chiudere da vero numero uno.

“Thiem deve ancora capire come giocare”. Queste le parole del suo allenatore, Bresnik, che ritiene il suo assistito in confusione mentale per via delle tante opzioni di gioco a disposizione. Thiem ha giocato parecchio e ha alternato i soliti alti e bassi in stagione. Questa superficie non sembra favorire il suo tennis basato su colpi di rimbalzo da caricare con molto tempo a disposizione. Oltretutto l’austriaco, ancora non in grado di adattare il suo gioco alle caratteristiche degli avversari in maniera ottimale, non sembra ancora avere l’afflato per vincere un torneo così importante.

A Londra si gioca abbastanza di fretta in campo e quindi un buon David Goffin potrebbe tranquillamente avere chance di qualificazione. Ma che Goffin vedremo? Il belga ha perso contro Benneteau a Parigi ed esordirà subito contro Rafael Nadal. Il pronostico, stante le condizioni fisiche dello spagnolo tutte da valutare, è aperto.

E poi c’è Dimitrov, altro giocatore capace quest’anno di vincere il suo primo torneo importante, il Master 1000 di Cincinnati. Se la vittoria nel torneo nordamericano è stato il suo acme, il resto della stagione di Dimitrov non è stata alle altezze delle aspettative australiane. A gennaio Grisha era stato a pochi game dal conquistare la sua prima finale Slam. Pur sconfitto contro Nadal, tutti ci saremmo aspettati la stagione della consacrazione. Gli elementi, oltretutto, c’erano tutti: fiducia in se stesso e scarsa concorrenza in campo. Eppure il bicchiere della sua stagione sembra più mezzo vuoto che mezzo pieno. Negli ultimi tornei ha perso due volte contro Nadal (Pechino e Shanghai, in tre set) e contro Isner a Bercy (sempre in tre set). Dimitrov gioca le Finals per la prima volta, potrebbe quindi esaltarsi e chiudere la stagione facendoci cambiare (forse) definitivamente opinione su di lui.

D’altronde questo è un torneo che ha Pablo Carreno-Busta e Sam Querrey riserve, e quindi se dovesse uscire vincitore delle ATP Finals uno che non sia Federer o Nadal non ci stupiremmo. Sarà solo l’ultima trollata di questo strambo anno tennistico.

ATP Finals 2017


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