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Federer, Nadal e l’irresistibile bisogno del #Fedal

Federer e Nadal che giocano contro, non sarà il match migliore da guardare se si vuole vedere una bella partita, ma sicuramente è quello che raduna il maggior numero di spettatori davanti la televisione. Quanto ci manca questa partita! I due si sono affrontati 33 volte in carriera, con Nadal in testa per 23 a 10. La prima volta fu a Miami nel 2004 (vinse Nadal, a sorpresa) e l’ultima invece andò in scena all’Australian Open 2014 (e anche qui vinse Nadal, senza sorpresa). Dall’Australia i due non si sono più incontrati. I due non giocano da un anno e mezzo quindi, e questo è il lasso di tempo maggiore intercorso fra le loro precedenti sfide. In precedenza, passò un anno esatto come periodo massimo di attesa di un #Fedal, fra il torneo di Madrid 2009 e quello dell’anno seguente, sempre a Madrid. Dagli Australian Open 2014 in poi, lo svizzero e lo spagnolo hanno giocato contemporaneamente 17 tornei, arrivando al massimo a sfiorarsi. A Montecarlo Federer raggiunse la finale, Nadal venne eliminato ai quarti da Ferrer. A Wimbledon avrebbero potuto giocare contro in semifinale, ma Nadal perse contro Kyrgios. A casa dello svizzero, Basilea, Roger arrivò in finale ma Nadal perse contro Coric nei quarti di finale. Quest’anno il #Fedal numero 34 è stato a un passo dal concretizzarsi per ben tre volte. A Indian Wells ci ha pensato Milos Raonic, eliminando Nadal ai quarti di finale, con Roger già in semifinale (tra l’altro: a Indian Wells sarebbe andata in scena la cosiddetta “bella” dato che i due si sono affrontati nel 2012 e nel 2013 al BNP Paribas Open, vincendo una volta a testa). Agli Internazionali d’Italia invece, Nadal ha perso contro Wawrinka nei quarti di finale, e anche qui Federer lo aspettava in semifinale. E poi c’è l’episodio più recente, quello di Cincinnati, quando è stato Feliciano Lopez a rovinare la festa del #Fedal, battendo Nadal agli ottavi di finale con Federer agilmente passato nei quarti.

Se non fosse chiaro il ruolo nella storia del tennis dei due, forse può essere utile un ripassino numerico. Si sono affrontati in 8 finali del Grande Slam stabilendo un record, 6-2 per Nadal (4 match sul rosso), e insieme hanno vinto 31 slam, 14 Nadal e 17 Federer. Dall’anno del primo titolo Slam di Federer, ovvero Wimbledon 2003, fino all’ultimo di Nadal, Parigi 2014, i due hanno vinto complessivamente 31 dei 44 titoli maggiori. Questi i numeri, con un corollario interessante: delle 33 partite solo 5 si sono giocate dopo Wimbledon, cioè dopo il mese di luglio. Due di queste risalgono al 2013, e sono le uniche vinte da Nadal in questo periodo. Anche se a queste cinque partite aggiungiamo le tre disputate a Wimbledon, Federer rimane in in testa negli scontri diretti del periodo: 5 a 3. Le due partite vinte da Nadal dopo Wimbledon sono quelle di Cincinnati e del Master di Londra, entrambe del 2013. Quindi, rassegniamoci a una seconda parte del 2015 senza grandi possibilità di vedere un nuovo #Fedal.

L'ultimo Fedal: Australian Open 2014, vinse Nadal
L’ultimo Fedal: Australian Open 2014, vinse Nadal

In mancanza del Fedal, non è che si sia smesso di seguire il tennis. Anzi. Gli addetti ai lavori, gli appassionati che seguono il tennis continuamente, riescono a vivere anche di altro. L’epoca dei “big four”, Nadal, Djokovic, Murray e Federer, gli unici a vincere titoli dello Slam praticamente per una decade, è terminata, grazie a Wawrinka prima, Cilic poi, e Wawrinka ancora. Si sono create nuove rivalità, alcune molto interessanti dal punto di vista della qualitativo (Djokovic contro Wawrinka, ad esempio). Ma il fascino della grande sfida, del nuovo Borg contro McEnroe, di Ali contro Foreman, e quindi di Federer contro Nadal, rimane senza paragoni. Perché per il pubblico più numeroso, quello che guarda poche partite di tennis all’anno, questa è la sfida che non si può perdere in TV. Dietro questi due nomi ci sono storie diverse, personaggi diversi, e tifosi diversi. La rivalità fra i due, che non sono amici, ha polarizzato la tifoseria di questo sport, assurgendo praticamente a religione, almeno in quanto a fede.

Di fronte a questi due, non si può stare nel mezzo: bisogna scegliere da che parte stare. Scegliere di parteggiare per Federer è scegliere di amare lo stile mentre si esegue un colpo. È scegliere di esultare con moderazione dopo un punto, e di giocare con il rovescio ad un mano, come un delfino in un mare popolato da squali; tifare Roger è voler cercare di fare il serve and volley quando né superfici né racchette lo raccomanderebbero; è scegliere di tifare un tennista che non ha mai avuto un mentore a consigliarlo: lui è sempre stato forte; tifare per lui vuol dire empatizzare con la sua famiglia, la moglie Mirka, mai troppo amata, e il papà, nonostante le camicie da Lumberjack che indossa in tribuna; sostenere lo svizzero è contribuire giorno dopo giorno, colpo dopo colpo, vittoria dopo vittoria, nonostante l’età che avanza, a ingrandire il mito creato dai suoi tifosi (e non solo), quelli che lo hanno proclamato il GOAT, il Greatest Of All Time, il più forte giocatore di tennis mai esistito.

Tifare Nadal è tutt’altro. Sostenerlo, vuol dire amare la più grande rivoluzione nel gioco del tennis, il topspin; significa accettare senza scandalizzarsi e piangere in onore del passato, che la palla passi un metro sopra la rete, che rimbalzi e che poi salti ancora più in alto, magari sul rovescio dell’avversario; significa amare un giocatore che scende in campo con canottiera e pinocchietti, spesso di colori improbabili, quando persone serie neanche al mare si presenterebbero in queste condizioni; significa esultare prendendo a ginocchiate il cielo, o esaltarsi quando zio Toni scatta in piedi col pugno in mostra a urlare “Vamos” a squarciagola; essere dalla parte di Rafael significa litigare ogni giorno al circolo con chi lo definisce un mero “pallettaro”; tifare Nadal significa amare la Spagna, il caldo, la terra rossa, le partite interminabili; significa farsi piacere la Babolat, le racchette moderne dalle forme futuristiche che rivaleggiano con la Wilson di Federer, eredità della Pro Staff di Pete Sampras.

Il primo Fedal: erano entrambi un po' coatti
Il primo Fedal: erano entrambi un po’ coatti

Ecco, quando i due giocano contro, non va in scena solo una partita di tennis. Va in scena anche uno scontro di filosofie, una guerra di religioni rigorosamente monoteistiche. I tifosi si allineano e formano delle falangi, disposte a non riconoscere nulla alla controparte. Per non parlare delle notti bianche trascorsi a vederli in campo oltreoceano, o del calcio trascurato sugli altri canali della TV per averli preferiti. Federer e Nadal in campo riescono a instillare quel senso di essere partecipi di un evento sportivo, quell’evento che non puoi perdere per nessuna ragione al mondo. E questo, nonostante molte delle loro partite siano state tutt’altro che spettacolari dal punto di vista del gioco.

I due sono senza dubbio alcuno coloro che hanno favorito l’espansione del tennis nei mercati emergenti, Asia su tutti. Basta seguire i tornei dell’estremo oriente, anche quelli maggiori, per constatare che gli spalti sono mezzi vuoti quando giocano giocatori che sono fra i primi cinquanta del mondo, a volte piazzati anche meglio. Quando invece scende in campo uno dei due, allora non ci sono posti vuoti. E se i due sono in campo contemporaneamente, allora si scomodano anche i VIP per essere in favore di telecamera durante quello che è, appunto, un vero e proprio evento. Per non parlare delle esibizioni: averli tutti e due in campo è garanzia di successo.

E allora, se i due non giocano da molto,  si sente la loro mancanza. E ci mancano sempre di più, anche perché gli anni avanzano anche per loro. Nadal ha iniziato il suo declino tennistico, e Federer ha compiuto quest’anno 34 anni: uno di loro, o entrambi, anche se per motivi diversi, potrebbero ritirarsi e lasciare il numero delle sfide inalterato a quota 33. A noi non rimane che cristallizzare i ricordi delle loro partite più epiche, le finali di Wimbledon, o quella di Roma, parlarne con amici o scriverne, in maniera che un giorno potremo raccontare ai nostri bambini la più grande rivalità del tennis di sempre, questa sì una certezza.

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