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Cinque cose sugli Australian Open maschili

1. Chi ci sarà e chi mancherà
Se togliamo Tommy Haas e Janko Tipsarevic, che sarebbero entrati con il ranking protetto ma stanno decisamente faticando a ritornare nel circuito, sono cinque le rinunce tra gli uomini. La più notevole di tutte è quella di Richard Gasquet, che aveva annunciato già a dicembre che non avrebbe partecipato a Doha, ma che si è dovuto cancellare anche dall’entry list del primo Slam dell’anno per via di un infortunio alla schiena rimediato all’IPTL, il circuito di esibizione che si tiene in Asia nell’off-season. Gasquet sarebbe stato la nona testa di serie: ne beneficia il portoghese João Sousa, che diventa così la trentaduesima testa di serie. Oltre a Gasquet mancheranno Juán Monaco, Andreas Haider-Maurer, Yen-Hsun Lu e il giovane australiano Thanasi Kokkinakis, che l’anno scorso si fece conoscere al grande pubblico eliminando Ernests Gulbis in un infuocato primo turno, terminato al quinto set.  Grazie a questi ritiri entrano in tabellone Dudi Sela, Filip Krajinovic, Kyle Edmund, Malek Jaziri, Nikoloz Basilashvili e Austin Krajicek. Il settimo sarà un Lucky Loser cioè uno dei quattro giocatori con la classifica più alta sconfitti nell’ultimo turno di qualificazione. Questto perché Lu si è ritirato dopo che era iniziato il torneo di qualificazione. Se si fosse ritirato prima sarebbe entrato un altro italiano, Luca Vanni, che invece è stato sconfitto nel primo turno e quindi non potrà neanche rientrare dalla porta di servizio.

Le wild-card sono state assegnate agli australiani Lleyton Hewitt (finalista nel 2005 e all’ultimo torneo della carriera), James Duckworth (che ha vinto i play-off organizzati da Tennis Australia), Omar Jasika (campione junior dodici mesi fa), Matthew Ebden, Jordan Thompson, al francese Quentin Halys, allo statunitense Rubin Noah e al giapponese Yoshihito Nishioka, che ha vinto i play-off della zona Asia/Pacifico.

In tabellone ci sono quattro tennisti che hanno vinto il titolo (Roger Federer, Novak Djokovic, Rafael Nadal e Stan Wawrinka) e altri quattro che hanno disputato almeno una finale (Lleyton Hewitt, Marcos Baghdatis, Jo-Wilfried Tsonga e Andy Murray).

2. Le teste di serie
Non ci sono stati movimenti di rilievo nelle primissime posizioni, ma la buona settimana di Bernard Tomic, semifinalista a Brisbane, fa sì che l’australiano sia salito alla diciasettesima posizione del ranking (la sua migliore classifica della carriera). Tomic a Melbourne sarà quindi la sedicesima testa di serie, in virtù del ritiro di Richard Gasquet, scalzando Feliciano López, battuto al debutto nel torneo di Doha. Questa la suddivisione delle teste di serie (il sorteggio avverrà nella notte tra oggi e domani):

1-2: Djokovic – Murray
3-4: Federer – Wawrinka
5-8: Nadal – Berdych – Nishikori – Ferrer
9-12: Tsonga – Isner – Anderson – Cilic
13-16: Raonic – Simon – Goffin – Tomic
17-24: Paire – López – Thiem – Fognini – Troicki – Karlovic – Monfils – Bautista-Agut
25-32: Sock – Garcia-López – Dimitrov – Seppi – Kyrgios – Chardy – Johnson – Sousa

Il regolamento degli Slam prevede che le teste di serie non si possano incrociare tra loro prima del terzo turno. Al terzo turno le prime otto teste di serie non possono incontrare i tennisti compresi tra la diciassettesima e la ventiquattresima posizione e vengono quindi sorteggiati con quelle comprese tra le venticinquesima e la trentaduesima. Inoltre, i primi quattro del tabellone non possono essere sorteggiate agli ottavi contro i tennisti compresi tra la nona e la dodicesima posizione (che invece pescano quelli tra la quinta e l’ottava posizione) e dunque, agli ottavi, giocheranno contro qualcuno titolare della testa di serie compresa tra 13 e 16.

Nella fascia 25-32 c’è da fare attenzione principalmente a due nomi, Grigor Dimitrov e Nick Kyrgios mentre gli altri sei, Seppi compreso, sembrano tutti poco pericolosi anche per tennisti che recentemente non hanno entusiasmato, come Berdych e Nishikori. I problemi, semmai, inizieranno agli ottavi. Nadal, Berdych, Nishikori e Ferrer potrebbero trovarsi tennisti dall’ottimo servizio come Tsonga, Isner, Anderson e Cilic mentre i primi quattro dovranno preoccuparsi principalmente di Raonic e Tomic. Il canadese, in particolare, è sembrato in netta ripresa – ha vinto a Brisbane, battendo in due set Roger Federer – mentre l’australiano è nel miglior momento della carriera e ha dimostrato più volte di avvertire meno di altri il peso dello Slam di casa. Riassumendo: meglio evitare Tsonga, Anderson, Raonic e Tomic. Interessanti gli incroci al terzo turno tra il gruppo 17-24 e quello 9-16, dato che nel primo gruppo ci sono tennisti imprevedibili come Fognini, Paire e Karlovic (e occhio pure a Thiem).

Ai quarti, per i primi del tabellone, c’è da aspettarsi qualche match duro, ma solo Rafael Nadal sembra l’unico davvero in grado di competere (Djokovic escluso). Nishikori, teoricamente, dovrebbe trovarsi a suo agio su un cemento lento come quello di Melbourne tanto che l’anno scorso, nei quarti con Wawrinka, si presentava quasi da favorito: non vinse nemmeno un set, invece, e forse tutto il suo 2015 venne influenzato da quella brutta prestazione (anche se Wawrinka lo sotterrò di vincenti).

I tennisti pericolosi rimasti fuori dalle teste di serie sono Philipp Kohlschreiber (per una sola posizione: sta diventando una spiacevole abitudine), Aleksandr Dolgopolov (quartofinalista nel 2011, quando eliminò Tsonga e Söderling) e Borna Coric (finalista a Chennai la settimana scorsa).

Stan Wawrinka agli Australian Open 2015
Questa non è finita nella colonnina di destra del Corriere, va a sapere perché.

3. Gli italiani
Una volta tanto, avremo più uomini che donne nel primo turno di uno. Sono infatti ben cinque gli azzurri in tabellone, due dei quali hanno anche una testa di serie: Fabio Fognini (numero 20), Andreas Seppi (numero 28), Simone Bolelli, Paolo Lorenzi e Marco Cecchinato. Luca Vanni non si è qualificato per un soffio ed è invece la prima testa di serie del tabellone delle qualificazioni (purtroppo però ha perso sùbito e quindi non potrà entrare, eventualmente, da lucky loser).

Per Fognini, a meno che non peschi in maniera particolarmente sfortunata, l’obiettivo minimo dovrebbe essere il terzo turno, dove potrebbe incontrare qualcuno meglio classificato di lui. Tranne il 2014, però, non ha mai vinto due partite di fila e quindi c’è da sperare nella clemenza del tabellone. Al terzo turno si può perdere con quasi tutti (l’unica eccezione potrebbe essere David Goffin) ma non c’è nemmeno un avversario decisamente superiore a lui, pur giocando sul cemento. Si può quindi puntare a replicare il quarto turno ottenuto due anni fa, quando Fabio fu l’ultimo avversario battuto da Novak Djokovic prima della sconfitta del serbo contro Wawrinka.

Seppi è nell’ultimo gruppo delle teste di serie, per cui al terzo turno potrebbe trovare uno dei primi otto del tabellone. L’anno scorso trovò Federer e non andò così male, ma è difficile che possa ripetersi. Il più alla portata sembra Nishikori, se non altro perché l’ha già battuto in uno Slam. Contro Ferrer il bilancio è desolante (9-0 e un solo set vinto) ma del resto lo era anche con Federer dodici mesi fa. Andreas può vantare anche con Berdych delle vittorie, ma sono molto datate. Per gli altri cinque, invece, bisogna sperare in una giornata storta o in un miracolo nei turni precedenti.

4. Il programma
Ci sono dieci ore di differenza tra Melbourne e l’Italia, quindi per lo spettatore europeo è sempre difficile seguire i primi turni, mentre semifinali e finale, giocandosi nella sera australiana, si possono agevolmente seguire dopo aver fatto colazione. Si comincia alle 11 di mattina, quando in Italia è passata da un’ora la mezzanotte, e poi si prosegue fino alla sera sui campi coperti (Rod Laver Arena, Hisense Arena e Margaret Court Arena). Le qualificazioni sono cominciate ieri e proseguono fino a domenica. Il primo giorno di gioco del main draw è lunedì 18 gennaio, la finale è prevista per domenica 31 gennaio. Uno dei due finalisti potrà riposare per tre giorni, dato che le due semifinali si tengono in giorni separati (una giovedì, l’altra venerdì). Questo il programma completo del torneo maschile:

Lunedì 18 gennaio – martedì 19 gennaio: primo turno
Mercoledì 20 gennaio – giovedì 21 gennaio: secondo turno
Venerdì 22 gennaio – sabato 23 gennaio: terzo turno
Domenica 24 gennaio – lunedì 25 gennaio: ottavi di finale
Martedì 26 gennaio – mercoledì 27 gennaio: quarti di finale
Giovedì 28 gennaio: una semifinale maschile, non prima delle 19:30 (le 9:30 italiane)
Venerdì 29 gennaio: una semifinale maschile, non prima delle 19:30 (le 9:30 italiane)
Domenica 31 gennaio: finale, non prima delle 19:30 (le 9:30 italiane)

Lleyton Hewitt agli Australian Open
Per Hewitt sarà la ventesima partecipazione consecutiva nello Slam di casa: nessuno ne ha giocate tante.

5. I record
Con il sesto titolo australiano, Novak Djokovic raggiungerebbe Roy Emerson al primo posto per vittorie complessive a Melbourne (il record dell’Era Open, invece, è già suo). Sarebbe l’undicesimo Slam, gli stessi di Rod Laver e Björn Borg. Inoltre, giocando la diciannovesima finale in un Major diventerebbe il terzo nell’Era Open per finali giocate assieme a Sampras, ad una lunghezza da Nadal (sempre che non affronti il maiorchino) e a sette da Federer (a meno che non si verifichi la finale degli ultimi due Slam). La semifinale gli permetterebbe di staccare Lendl nel computo totale di semifinali Slam e di restare da solo al terzo posto di tutti i tempi, dietro solo a Federer e a Connors. Il sesto titolo gli darebbe anche il primo posto dell’Era Open per numero di finali a Melbourne (sempre che non affronti Federer); inoltre, entrerebbe nel cerchio ristretto di chi ha vinto lo stesso Slam almeno sei volte nell’Era Open. Gli altri sono Federer (7 Wimbledon), Nadal (9 Roland Garros), Sampras (7 Wimbledon) e Borg (6 Roland Garros). Prima dell’Era Open ci sono riusciti anche Roy Emerson (6 Australian Open), Bill Tilden (7 US Open), Richard Sears (7 US Open), William Larned (7 US Open) e William Renshaw (7 Wimbledon).

Andy Murray è alla caccia del terzo Slam in carriera, che sarebbe il primo da due anni a mezzo (l’ultimo lo ha vinto a Wimbledon nel 2013) e il terzo diverso. Dovesse vincerlo davvero a maggio ci troveremmo  col numero 1 e col numero 2 della classifica ATP a lottare per il Career Grand Slam. Andy ha già giocato quattro finali in Australia e le ha perse tutte. Se dovesse perdere anche la quinta, diventerebbe il tennista dell’Era Open con più tentativi falliti nello stesso Slam: per ora è appaiato a Borg, che è stato sconfitto per quattro volte in finale a New York (anche se su superfici diverse).

L’uomo dei record, Roger Federer, è ancora alla caccia del suo diciottesimo Slam. Difficile arrivi in Australia, dato che non raggiunge la finale da sei anni, ma è anche vero che a New York è riuscito a tornare in finale dopo cinque tentativi falliti. Per Federer si tratterebbe del quinto Australian Open, il che lo porrebbe alla pari con Novak Djokovic, attuale leader di titoli in Era Open. A 34 anni, 5 mesi e 24 giorni diventerebbe il terzo tennista più anziano a vincere uno Slam in Era Open dopo Ken Rosewall (US Open 1970, Australian Open 1971 e 1972) e Andreas Gimeno (Roland Garros 1972). Per quanto riguarda gli altri record complessivi negli Slam (finali, semifinali e quarti), lo svizzero è già primatista e non serve aggiungere altro.

Stan Wawrinka cerca il terzo titolo dello Slam, il secondo australiano. Anche per Rafael Nadal si tratterebbe della seconda vittoria a Melbourne ma nel compito complessivo lo spagnolo salirebbe a quota 15, diventando così il secondo tennista più titolato nell’Era Open. Inoltre Nadal sarebbe anche il primo tennista a completare due volte il Career Grand Slam, dato che mai nessuno ha vinto almeno due volte tutti quanti gli Slam in Era Open.

Australian Open 2016


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