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Monte Carlo 1995

Becker e Muster incrociano le carriere in una finale storica di Monte Carlo: un punto decide tutto.

Becker e Muster incrociano le carriere in una finale storica di Monte Carlo: un punto decide tutto.

Nel 1995 il torneo di Monte Carlo faceva faceva parte del circuito dei cosiddetti Super 9, i Masters 1000 di oggi. Come oggi, il torneo era il primo vero appuntamento sul rosso, quello dove non mancava nessuno dei migliori.

La classifica ATP al primo gennaio 1995 vede in testa Pete Sampras, tallonato da Andre Agassi. Boris Becker è il numero 3, Bruguera il 4, Ivanisevic il 5, Chang il 6, Edberg il 7, Berasategui l’8, Stich il 9 e Martin il numero 10. Jim Courier è il numero 11, mentre l’austriaco Thomas Muster, è il numero 16 del mondo. Si tratta di una posizione di classifica costruita grazie ai successi sulla terra battuta.

L’anno dell’austriaco non inizia bene. Sconfitto al primo turno a Sydney dall’australiano Jamie Morgan in due set, perde poi da Jacco Elthing al terzo turno degli Australian Open, in quattro parziali. Va a Dubai e viene battuto da un vecchio Pat Cash, invitato tramite wild card visto che per l’ATP è il numero 526 della classifica. Muster, poi, passa un turno a Stoccarda, battendo Gaudenzi, prima di perdere con lo svedese Magnus Larsson.

Dopo aver accumulato diverse sconfitte, decide che è arrivato il momento di vincere qualche partita di fila. Prende il calendario, sceglie Mexico City e vince il torneo concedendo solo un set in semifinale allo spagnolo Francisco Clavet, mancino terraiolo come lui. Ritorna al cemento, a Indian Wells, e perde contro Edberg con onore nei quarti di finale; a San Pietroburgo esce al primo turno, archiviando la parte della stagione sul veloce. Fra i terraioli l’appuntamento europeo da non perdere è quello portoghese di Estoril, lui partecipa e vince il torneo. Anche qui un solo set perso, contro Javier Sanchez, fratello minore del più forte Emilio. A Barcellona, la settimana dopo, vince il terzo torneo di fila su tre ai quali ha fin lì partecipato sul rosso, prendendosi la rivincita su Larsson.

La settimana dopo si gioca a Monte Carlo, e ci sono tutti. Manca solo il numero 2 ATP Andre Agassi. Al primo turno si ritira Sampras, per infortunio, quando è sotto di un set contro l’olandese Paul Haaruhis. Testa di serie numero 2 del torneo è Boris Becker. Il tedesco esordisce contro Jonas Bjorkman e vince per 6-3 6-1, batte Alex Corretja per 6-2 6-2 al secondo e Richard Krajicek nei quarti di finale per 6-3 7-5. Becker sembra lanciatissimo a vincere il primo torneo sul rosso in carriera. In semifinale incontra Goran Ivanisevic. Conquista il primo set per 7-6, perde il secondo 6-3 ma chiude 6-1 al terzo: è in finale. Ad aspettarlo, c’è Thomas Muster.

L’austriaco si presenta a Monte Carlo come numero 9 del tabellone. Al primo turno c’è Guy Forget: Muster vince agilmente per 6-2 6-2, lo stesso punteggio che rimedia il tedesco Bernd Karbacher al turno seguente. Batte lo spagnolo Alberto Berasategui 7-6 6-2 e regola con un doppio 6-4 l’americano David Wheaton nei quarti di finale. In semifinale c’è una specie di derby con Andrea Gaudenzi.

Infatti, Muster condivide l’allenatore con l’italiano. L’ex giornalista Ronnie Leitgeb allena sia l’austriaco che Gaudenzi. Il trio ha la stessa programmazione e il faentino, da quando si allena con loro, ha cambiato modo di giocare. Gaudenzi, classe 1973, vinse il Roland Garros e lo Us Open da junior, nel 1990, diventando campione mondiale juniores. La Federtennis gli affiancò per la sua crescita il coach Bob Hewitt. Gaudenzi giocava un tennis d’attacco, ma fallì nell’approcciarsi al circuito maggiore, sprofondando in una crisi che terminò solo quando venne accolto da Muster e Leitgeb.

I due austriaci trasformano Gaudenzi in un solido giocatore da fondocampo, con i colpi che ora vengono giocati in topspin e rimangono in campo. Gaudenzi lavora molto anche sulla parte fisica e diventa un giocatore affidabile che batte quelli inferiori a lui. Nei due anni in cui fa gruppo con Muster e Leitgeb riesce a raggiungere la posizione ATP numero 18. Contro Muster, quindi, dovrebbe perdere.  

Family drama
Il sabato al Country Club di Monte Carlo c’è il pienone. Al solito, sono tanti i tifosi italiani in tribuna a sostenere Gaudenzi. Nell’unico precedente dell’anno, giocato a febbraio nel torneo indoor di Stoccarda, l’italiano si era ritirato sotto 6-2 5-1. Nel Principato però la partita sarà diversa, anche perché si gioca sul rosso, la superficie che i due amano di più.  

Il primo set fila via facile in favore di Muster, che lo vince 6-3. Sembra una partita normale ma l’austriaco comincia ad accusare dei dolori. Si scoprirà poi che in campo gli era venuta la febbre. Lui però di ritirarsi non ne vuole sapere e inizia a ciondolare sul campo, a prendere tempo appoggiandosi ai teloni di fondocampo, scuotendo la testa a più riprese.  Gaudenzi si innervosisce. Il secondo set è molto combattuto, Muster ricorre a tutta la sua esperienza, facendo valere in campo la forte personalità, danneggiando psicologicamente il suo compagno di team.

L’italiano è una furia in campo, protesta con l’arbitro, ma non ottiene altro che innervosirsi ancora di più. È visibilmente scosso per le sceneggiate del suo avversario-compagno, che invece di ritirarsi vince la partita aggiudicandosi il tiebreak del secondo set. Andrea fila via verso gli spogliatoi senza stringere la mano a Muster. I due si chiariranno poco dopo. Intanto, Muster ha la febbre altissima, si dice a 40. L’austriaco va in ospedale completamente disidratato, la finale è in dubbio. L’unica dichiarazione che arriva ai giornalisti dal suo entourage, Ronnie, recita: «Muster non vuole mettere il cuore a repentaglio prima di avere risultati positivi da un check-up medico». Il giorno dopo gli appassionati si collegano: Muster si è ripreso e quindi ci sarà la finale, ma in che condizioni potrà essere l’austriaco dopo aver passato la notte in ospedale con una flebo al braccio per reidratare il suo corpo?

Nel 1989, a Miami, Muster viene investito prima della finale con Lendl. Lui si allena e torna a giocare a settembre. Tornerà a Miami e vincerà il torneo l'anno dopo.
Nel 1989, a Miami, Muster viene investito prima della finale con Lendl. Lui si allena e torna a giocare a settembre. Tornerà a Miami e vincerà il torneo l’anno dopo.

Boris Becker nel 1995 ha 28 anni, e da un paio si accompagna con Nick Bollettieri, ex coach di Agassi scelto per rivitalizzare una carriera che si avvia alla fine. Bollettieri, soprattutto, dovrebbe aiutare Boris Becker a vincere il primo torneo su terra battuta, cosa mai riuscita fin lì. Eppure Boris ha sfiorato la vittoria sul rosso. Nel 1991 perse la finale proprio a Monte Carlo contro Sergi Bruguera, mentre nel 1994 venne battuto da Pete Sampras nella finale di Roma. L’americano gli concesse solo 5 game in tre set. Il suo 1995, fin lì, lo ha visto sconfitto al primo turno in Australia contro Patrick McEnroe, vittorioso nel torneo di Marsiglia, e sconfitto in finale in quello di Milano contro Kafelnikov. Poi due semifinali, a Stoccarda e Indian Wells, sconfitto rispettivamente da Stich e Agassi. Quello sulla costa azzurra è il primo torneo sul rosso in stagione per lui.

Un solo punto
Si gioca quindi la finale. Il canovaccio della partita è quello giusto per la vittoria del tedesco. Becker cerca molto il rovescio di Muster, specie con il diritto. L’austriaco si sposta spesso per colpire col suo gancio mancino e lascia scoperto molto campo alla sua sinistra, permettendo a Becker di infilarci spesso dei lungolinea vincenti. Il primo set viene vinto senza molti problemi dal tedesco per 6-4. Muster, imbattuto da 21 partite consecutive sul rosso, non riesce a trovare la chiave della partita, non riesce a tenere Becker lontano dalla rete e ad allungare gli scambi. Fisicamente però sembra essersi ripreso.

Sul 4 pari del secondo set, sul punteggio di 30-30, Becker si prende uno warning perché ci mette troppo a battere. Il tedesco non fa una piega, segue la seconda palla a rete e e chiude con lo smash un punto meraviglioso dopo aver giocato ben tre volée.  Serve Muster sotto per 6 a 5. Boris è aggressivo e vince i primi due punti e poi conquista due setpoint quando l’austriaco mette a lato un diritto a sventaglio sul 15-30. Sul primo, Muster tira un vincente di diritto che viene chiamato fuori. La palla aveva colpito la riga e l’arbitro di sedia, Jerry Armstrong, il Lahyani dell’epoca, ordina la ripetizione del punto. Muster protesta ma poi soccombe di fronte a Becker che chiude lo smash dopo essere sceso a rete. È passata quasi un’ora e mezza di gioco, a Becker manca un solo set per vincere il suo primo torneo sulla terra battuta.

Muster però imprime una svolta alla partita. Il terzo set è senza storia: l’austriaco lo vince per sei giochi a uno, con Becker che si prende una bella pausa dalla partita, forte del suo vantaggio di due set. Becker sembra riposarsi in campo, non è più aggressivo, il ritmo si abbassa e Muster da fondo campo può disporre del suo avversario. L’austriaco va avanti di un break, 2 a 1, ma concede una palla break a Becker, che la spreca. Muster va 3 a 1 e chiude 6-1 poco dopo. In tribuna Barbara Feltus, compagna di Becker dell’epoca, incrocia le dita delle mani davanti al volto, soffrendo.

Nel 1995 sono 21, prima della finale contro Becker, i match vinti di fila sul rosso. La striscia si fermerà a 40.
Nel 1995 sono 21, prima della finale contro Becker, i match vinti di fila sul rosso. La striscia si fermerà a 40. Indovinate chi batterà questo record?

Becker si ripresenta riposato all’inizio del quarto parziale. Dà fondo alla riserva di energie ma Muster non è da meno. Il tedesco non è più brillante come a inizio partita. Sono passate due ore di gioco e Boris si ritrova nel mezzo di una battaglia su un terreno che non gli piace, i duri scambi da fondocampo. Va meno a rete e ora è l’austriaco a condurre il valzer sul tappeto rosso. Nessuno cede il servizio fino al 5-5 pari, quando il tedesco conquista due palle break. Muster annulla la prima con un dritto incrociato che non torna indietro e la seconda con un passante lungolinea di dritto strepitoso. Ma Becker sul 40-40 mette a segno una risposta vincente e si procura la terza palla break. Poi, però, il tedesco risponde lungo col rovescio. Muster si salva e sale 6-5.  Becker torna negli spogliatoi, prima di terminare il set, per una pausa fisiologica. Sugli spalti c’è Nick Bollettieri che si morde le unghie mentre guarda la partita con gli occhiali da sole dalla lente unica, larga quanto lo schermo di una TV. Becker torna in campo, tiene il servizio facilmente e si arriva al tiebreak quando sono passate 2 ore e 45 minuti di gioco.

Inizia Muster a servire, Becker piazza una risposta vincente col diritto: 1-0 che diventa 3-0 grazie a un ace con la seconda palla e a una volée vincente. Muster fa il primo punto grazie a un errore di Becker, e poi accorcia sul 2 a 3 con un gran passante di rovescio. Si cambia campo sul 4-2 per il tedesco, grazie allo smash chiuso dopo un serve and volley. Muster passa col diritto in lungolinea e recupera il minibreak: 4 a 3 Becker e poi 4 pari con una risposta lunga. Muster serve sul 4 pari e commette suicidio: doppio fallo. Il pubblico si lascia andare ad un «Oh» di scoramento per l’austriaco. Becker batte e scende a rete, piazza la volée incrociata, Muster colpisce in lungolinea di rovescio ma Boris è appostato là: 6-4, due matchpoint. La prima palla va fuori di metri. La seconda palla, scagliata a 196 Km/h, esce di venti centimetri: doppio fallo. Barbara Feltus salta sulla sedia, Bollettieri è preoccupato. C’è ancora un matchpoint, ma serve l’austriaco. Becker risponde al centro, Muster colpisce in lungolinea e Boris sbaglia. Si cambia campo. La compagna di Boris ha le mani sul volto. Serve Muster e comanda lo scambio da fondo campo. Col diritto anomalo inchioda Becker all’angolo, poi carica in lungolinea, sul rovescio di Becker e scende a rete. Becker ci arriva e alza un lob in backspin sul lato del rovescio di Muster, che per colpire al volo dovrebbe effettuare una difficile veronica à la Panatta. Muster, saggiamente, fa rimbalzare. Nel mentre, Becker è sceso a rete, ma è passato dal dritto dell’austriaco che colpisce ad uscire: esultanza poderosa e setpoint. Becker scende a rete e sbaglia la seconda volée di un metro in lunghezza sul punto seguente: si va al quinto set.

È una passerella. Becker inizia il set guardandosi le scarpe, è fuori dalla partita fin dai primi giochi. Muster prende sùbito un break di vantaggio. Becker è frastornato. Viene passato quando scende a rete, superato dai pallonetti millimetrici di rovescio dell’austriaco, che corre dappertutto. Sono passate 3 ore di gioco e quando Muster conquista il 3 a 0 lancia un urlo che spaventa tutto il Country Club di Monte Carlo. Becker è scosso, incapace di reagire. Probabilmente starà rivivendo nella sua mente il tiebreak del quarto set. Muster va sotto 15-30 ma poi recupera e sale 4 a 0. Becker ha commesso, fin lì, 75 errori non forzati contro i 24 di Muster. Il tedesco avvicina spesso le due dita quando tira lungo, come a dire: “Mi escono tutte di tanto così, com’è possibile?”. Muster vince ancora il servizio di Becker e va a servire sul 5 a 0. Sale 40 a 0, e alza le braccia al cielo sull’ennesimo errore di Becker dopo 3 ore e 20 minuti di gioco. Scuote la testa mentre ride, lascia la racchetta sul campo e raccoglie gli applausi del pubblico mentre va al suo angolo a stringere la mano a Ronnie Leigteb.

Nel 1995 Muster vincerà anche il Roland Garros battendo Chang in finale

Il mancino biondo chiude 6-0. Becker vive una delle sue giornate più brutte di sempre sul campo. La partita avrà degli strascichi. Boris insinuò che Muster avesse fatto uso di sostanze dopanti per riprendersi, dichiarando di «non credere alla magia», e l’austriaco ne invocò la squalifica. Intervistato da una radio austriaca, dichiarò: «Due giorni dopo la finale mi sono sottoposto volontariamente a un test antidoping, quindi Becker può chiedere l’esito delle analisi all’ITF. Io lotto da tempo contro l’uso degli anabolizzanti, Becker dovrebbe essere multato e squalificato». L’ATP multò il tedesco di 20.000 dollari.

Due anni dopo, nel 1997, Andrea Gaudenzi rispondendo a una domanda su quella partita dichiarò: «Io e Thomas abbiamo preso al massimo la vitamina C. Ma mi fa ridere l’argomento doping: il tennis è uno sport troppo mentale e tecnico. Puoi prendere tutto quello che vuoi, ma se non tiri lì, all’incrocio delle righe, il punto non lo fai».

Muster non si fermerà più per tutto il suo magico, questo sì, 1995. Alla fine della stagione i tornei vinti sono dodici, con due finali perse; in classifica chiude al numero 3 del mondo, è il King of Clay conclamato. Ma miglior giocatore del mondo sarà proclamato Pete Sampras.

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