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Cinque cose sul torneo olimpico di tennis maschile

1.Chi ci sarà e chi no
Come è stato detto da più di qualche buontempone, è più facile dire chi ci sarà a Rio de Janeiro. A parte i tennisti che si sono chiamati fuori da tempo perché hanno preferito raccogliere punti nei tornei ATP che coincidono con il torneo olimpico (tipo John Isner, campione in carica ad Atlanta, o Dominic Thiem, che ha chiaramente detto di non voler giocare un torneo che non assegna punti per il ranking), nelle ultime settimane ci sono state tantissime rinunce nel torneo maschile. Ben dieci dei primi venti non saranno in tabellone in quello che qualche sconsiderato considera il quinto torneo più importante dell’anno. I top-20 che mancheranno sono Roger Federer, Stan Wawrinka, Milos Raonic, Tomas Berdych, Dominic Thiem, Richard Gasquet, John Isner, Nick Kyrgios, Feliciano López e Bernard Tomic. Dei tennisti oltre la ventesima posizione mancheranno anche Alexander Zverev, Ivo Karlovic, Kevin Anderson, Sam Querrey, Martin Klizan, Alexander Dolgopolov, Marcos Baghdatis e Jiri Vesely.

Le varie rinunce hanno dato l’opportunità di entrare in tabellone a tennisti che erano ben oltre il cut-off: l’ultimo ammesso nel main draw, Sam Groth, era il numero 115 alla chiusura dell’entry list. Il tabellone del torneo olimpico è di 64 giocatori: oltre alle 56 direct acceptances, cioè i tennisti che entrano per merito di classifica, ci sono sei tennisti inseriti dall’ITF – secondo una serie di criteri tra cui la rappresentazione di tutte e sei le associazioni regionali ITF, cioè Asia: l’Asian Tennis Federation, la Confederation of African Tennis, la Confederacion Sudamericana de Tenis, la Confederation de Tenis de Centroamerica Caribe, l’Oceania Tennis Federation e Tennis Europe (TE) – e due inviti della commissione tripartita dell’ITF che esamine le richieste di partecipazione da parte dei comitati olimpici nazionali. Si tratta in sostanza di otto wild-card: questi otto posti sono andati ai giapponesi Yuichi Sugita e Taro Daniel, allo slovacco Andrej Martin, all’italiano Thomas Fabbiano, al moldavo Radu Albot, all’australiano Sam Groth, al barbadiano Darian King e al bosniaco Mirza Basic. I criteri per entrare nei 56 posti sono in sostanza due: ci possono essere sei tennisti per ciascun paese tra singolare e doppio (ecco perché Fernando Verdasco, per esempio, è rimasto fuori) e occorre aver giocato un certo numero di partite in Coppa Davis negli ultimi quattro anni, a meno che non si sia stato un infortunio di mezzo che ha ridotto la possibilità di giocare il numero di match sufficiente (è il caso di Rafael Nadal).

Come accade nei tornei ATP e ITF, ci sono alcuni tennisti che entrano in tabellone grazie al ranking protetto: si tratta degli argentini Juan Martín del Potro e Juan Mónaco, dello statunitense Brian Baker, del taiwanese Yen-Hsun Lu, dell’australiano Thanasi Kokkinakis (che giocherà a Rio il primo torneo del 2016) e del polacco Jerzy Janowicz (che ha giocato e perso due partite quest’anno, al primo turno degli Australian Open e al Challenger di Segovia la settimana scorsa).

2. Le teste di serie e il tabellone
Anche per quanto riguarda la compilazione del tabellone ci sono regole leggermente diverse da quelle a cui siamo abituati, perché ci possono essere al massimo due tennisti della stessa nazione per ciascuna metà del tabellone. Ad ogni modo, queste sono le 16 teste di serie:

1-2: Novak Djokovic (SRB) – Andy Murray (GBR)
3-4: Rafael Nadal (ESP) – Kei Nishikori (JPN)
5-8: Jo-Wilfried Tsonga (FRA) – Gael Monfils (FRA) – David Ferrer (ESP) – David Goffin (BEL)
9-12: Marin Cilic (CRO) – Roberto Bautista Agut (ESP) – Pablo Cuevas (URU) – Steve Johnson (USA)
13-16 Philipp Kohlschreiber (GER) – Jack Sock (USA) – Gilles Simon (FRA) – Benoit Paire (FRA)

Le regole per la distribuzione delle teste di serie sono sempre le stesse: i primi quattro pescano il gruppo 13-16 agli ottavi, il gruppo 5-8 affronta quello 9-12. Djokovic e Murray, che hanno giocato le prime due finali Slam dell’anno, sono gli indiscussi favoriti della manifestazione e onestamente non sembra esserci motivo per pensare che i due coetanei non si giocheranno l’oro, quattro anni dopo essersi giocati l’accesso alla finale nel torneo di Londra 2012. Con le tante rinunce – in particolare quelle degli svizzeri e di Raonic – non ci sono particolari ostacoli per i due: Djokovic ha pescato Sock agli ottavi, Murray  invece troverà Paire, che lo fece impazzire a suon di drop shot a Montecarlo pochi mesi fa, ma è ben difficile che il francese possa ripetere quella prestazione su un cemento apparentemente molto lento. Nel gruppo dei quarti il nome più pericoloso sembra quello di Jo-Wilfried Tsonga – capitato a Djokovic -, mentre Murray potrebbe trovare David Ferrer. Per quanto riguarda le semifinali, Djokovic è nella stessa metà di Nadal, che non gioca dal Roland Garros ed è rimasto in dubbio fino all’altro ieri: potrebbe quindi arrivarci David Goffin, che sta dimostrando una costanza invidiabile negli ultimi tempi e non ha grossi ostacoli da superare. A Murray è quindi capitato Nishikori, che sembra il vero terzo incomodo in tabellone. In sostanza, i tabelloni dei due favoriti non sono così complicati, ma forse è andata meglio a Djokovic: l’ago della bilancia era Nishikori ed è capitato dalla parte di Murray. In compenso, Djokovic giocherà al debutto contro del Potro: sarà il match più interessante del primo turno, visto che quattro anni fa i due si giocarono il bronzo. Qui ci sono tutti i tabelloni del torneo.

Rafa Nadal Olimpiadi
Nadal ha saltato le ultime Olimpiadi per un infortunio al ginocchio.

3. Gli italiani
L’Italia è una delle sei nazioni ad avere quattro rappresentanti nel tabellone di singolare (le altre sono Spagna, Francia, Stati Uniti, Argentina e Australia): i fantastici quattro sono Fabio Fognini, Andreas Seppi, Paolo Lorenzi e Thomas Fabbiano. Nessuno di loro, però, è tra le teste di serie e quindi il percorso sarà complicato per ciascuno di loro. A dire il vero non è andata proprio malissimo come poteva andare: Lorenzi, il nuovo numero uno d’Italia, ha trovato Lu al primo turno e la prima testa di serie che potrebbe incontrare, Roberto Bautista-Agut, non è imbattibile; Seppi ha Ilya Marchenko all’esordio e poi un Nadal che di sicuro non è nel momento migliore della carriera; Fognini gioca con Vicotr Estrella-Burgos, poi se la gioca con Benoit Paire mentre con Murray dovrà sperare in qualche aiuto da San Gennaro; anche Fabbiano, l’invitato dell’ultimo momento, non giocherà con una testa di serie al primo turno: troverà Roger Dutra Silva all’esordio e poi eventualmente Gaël Monfils. Poteva andare decisamente peggio, anche se il tennista potenzialmente più forte, Fognini, incontrerà molto presto il secondo favorito del seeding. Forse meglio puntare su Seppi, che ha una buona chance: chissà che non ci sorprenda un’altra volta.

4. Il programma
Innanzitutto gli orari: a Rio de Janeiro sono indietro di cinque ore rispetto al nostro fuso orario. Quindi quando si comincia a giocare, da noi è pieno pomeriggio, più o meno. Non c’è ancora un programma definitivo, visto che gli order of play verranno comunicati giorno per giorno. Il primo giorno di gioco è sabato 6 agosto, si chiude domenica 14 agosto. Per ora si conoscono soltanto gli orari della finale per il bronzo (alle 17 italiane di sabato 13 agosto) e di quella per l’oro (alle 17 italiane di domenica 14 agosto).

L'Olympic Tennis Centre di Rio de Janeiro.
L’Olympic Tennis Centre di Rio de Janeiro.

5. I record e il torneo di doppio
Non essendo un torneo con una lunga tradizione e tenendosi per giunta una volta ogni quattro anni, non ci sono molti record di cui parlare per quanto riguarda il torneo olimpico. Si può però guardare ai risultati complessivi della carriera dei favoriti e in tal senso salta all’occhio il nome di Novak Djokovic: se il serbo dovesse vincere l’oro, conquisterebbe uno dei pochissimi tornei che gli mancano e diventerebbe il terzo tennista dell’Era Open a vincere almeno una volta tutti e quattro gli Slam più l’oro olimpico. Fino ad ora ci sono riusciti solo Andre Agassi e Rafael  Nadal. Lo stesso Nadal e Murray, i vincitori delle due ultime edizioni, hanno invece la possibilità di diventare il primo tennista della storia a vincere due medaglie d’oro nel singolare maschile alle Olimpiadi. Come detto, però, occorre considerare che il torneo olimpico di tennis non si è tenuto per sessant’anni e che solo negli ultimi tempi ha assunto una certa rilevanza (per esempio, ad Atene 2004 vinse Nicolás Massú che sul cemento quell’anno aveva perso tutte le partite che aveva giocato).

Nel torneo di doppio c’è stata la rinuncia dei fratelli Bryan, campioni in carica: la prima testa di serie è andata alla coppia Herber-Mahut, che è anche la coppia favorita per l’oro. Dei sei medagliati di Londra 2012 è rimasto solo Tsonga, che parteciperà quest’anno assieme a Monfils (Llodra si è ritirato dalle competizioni). Hanno buone chance di medaglia anche i fratelli Murray e i canadesi Nestor e Pospisil. Occhio anche alla coppia di casa: Melo e Soares non giocano molto assieme, ma hanno comunque conquistato quattro tornei ATP tra il 201o e il 2012; inoltre sia Melo che Soares hanno vinto recentemente uno Slam, il primo nel 2015 al Roland Garros in coppia con Dodig, il secondo quest’anno agli Australian Open assieme a Jamie Murray. Per il resto c’è molta incertezza, visto che molte coppie raramente giocano assieme ma hanno comunque un fascino suggestivo: è il caso di Nadal, per esempio, che giocherà con lo specialista Marc López, o di Djokovic, che giocherà con Nenad Zimonjic. L’Italia avrebbe avuto qualche chance di medaglia con Fognini e Bolelli, campioni agli Australian Open 2014, ma Bolelli si è operato e quindi Fabio giocherà il doppio assieme ad Andreas Seppi. Come se non bastasse, i due azzurri al secondo turno dovrebbero trovare i Murray.

Olimpiadi 2016


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