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Tipi da exploit

ATP (Daniele Vallotto)

Bernard Tomic

Perché: ha vinto poco più di un match su tre su terra battuta e quindi prima o poi ne vincerà uno di importante.

Sì, lo sappiamo, il nome di Bernard Tomic tra coloro che possono fare un exploit sulla terra suona ridicolo e oltraggioso verso i terraioli che da anni si sporcano le scarpe con l’argilla per costruirsi una classifica decente. Tomic, sull’argilla, ci va giusto per staccare l’assegno: in carriera ha giocato 48 partite sulla terra battuta e ne ha perse 31; delle 17 che ha vinto, quasi la metà sono arrivate con tennisti oltre la centesima posizione mondiale e nessuna contro un top 20. Insomma, Tomic andrà anche quest’anno a far presenza, ma la cosa abbastanza buffa è che l’australiano, oltre ai Masters 1000 (Montecarlo compreso) e al Roland Garros, è iscritto ad altri due tornei: Barcellona, che è un ATP 500, e Istanbul, ATP 250. Riuscirà a vincere due partite di fila, come gli è successo solo una volta in carriera? Noi crediamo di sì, e non solo: in uno di questi sei tornei, Bernie farà finalmente il colpaccio. Oppure, chissà, salterà tutta la stagione sulla terra battuta e lo ritroveremo sull’erba.

E perché sulla terra risponde come gli pare.


Andreas Seppi

Perché: abbiamo tutti negli occhi i due set con Djokovic al Roland Garros 2012 e perché chiama Federer “Rogerino”.

Così come è stato una presenza invisibile quando era una presenza fissa tra i top 50, così la sua scomparsa dai primi 50 del mondo è stata quasi impercettibile: chi saprebbe dire in che posizione di classifica si trova oggi Andreas Seppi? Sceso oltre il 70mo posto del ranking, ormai l’azzurro – che quest’anno fa 33 anni – non ha più quella brillantezza necessaria per rendere efficace il suo tennis ad un solo ritmo, quello che mette in palla i più bravi e fa ammattire i meno pazienti. La verità è che Seppi non si è ancora levato una vera soddisfazione contro i più grandi: lui è sempre stato quello che non perdeva le partite che non poteva perdere. E perché dovrebbe cominciare a vincere sulla terra le partite che non può vincere? Perché se Seppi deve sorprenderci, siamo sicuri che lo farà per bene.

https://twitter.com/LuciLuci_RF/status/848630174103076864

 

Santiago Giraldo

Perché: se c’è uno specialista della terra battuta, è lui, e perché è meglio non giocare una seconda di servizio quando gli si gioca contro.

Ovviamente non c’è solo Santiago Giraldo tra quelli che vincono il grosso delle proprie partite sulla terra battuta, ma il colombiano, finito oltre la centesima posizione del mondo, è un ottimo rappresentante dei terraioli pure. Delle 158 vittorie ottenute nel circuite, più della metà (85) sono arrivate sulla terra battuta ed è su questa superficie che Giraldo ha giocato le sue due finali ATP (Viña del Mar 2011 e Barcellona 2014). La cosa davvero singolare di questo tennista è che Giraldo è un terraiolo che si trova discretamente bene sull’erba, ma questo è un altro discorso e ci torneremo dopo il Roland Garros: quello che ci auguriamo è che tre anni dopo l’ultima finale, il colombiano possa finalmente alzare un titolo, ovviamente grazie ad una risposta vincente.

 

Thomaz Bellucci  

Perché: spacca le racchette anche quando vince.

A dire la verità, Thomaz Bellucci il suo exploit l’ha già avuto quest’anno, visto che ha battuto Kei Nishikori a Rio de Janeiro, per poi perdere nel turno successivo contro Thiago Monteiro. Ma da una testa matta come il brasiliano è lecito aspettarsi di tutto, anche un’altra vittoria contro un big in uno dei prossimi tornei sulla terra battuta a cui parteciperà. Del resto, Thomaz fu uno di quelli vicini a battere l’imbattibile Novak Djokovic nel 2011, prima che ci pensasse Roger Federer nella semifinale del Roland Garros, ed è sempre quello che meno di dodici mesi fa rifilò un 6-0 al serbo agli Internazionali d’Italia. Bellucci è anche lo stesso che ieri ha vinto al quinto set contro l’ecuadoriano Emilio Gomez, numero 272 del mondo, e che dopo aver vinto la partita ha festeggiato scagliando la racchetta a terra, come se avesse perso. Serve altro per volerlo seguire?


Nicolás Almagro

Perché: è l’unico nome davvero serio di questa lista.

Da quant’è che Nicolás Almagro non vince una partita seria? Dopo l’infortunio del 2014, lo spagnolo è tornato nel circuito e si è accontentato di rimanere nei primi 50 del mondo, un po’ poco per un tennista che dal 2010 al 2014 è stato un top 20 fisso, con vari gettoni nella top 10. Proprio il 2014 fu l’anno del suo ultimo exploit, quando batté nientemeno che Rafael Nadal a Barcellona, un Nadal in calo ma che qualche settimana dopo vincerà il suo nono Roland Garros. Nico a quel Roland Garros giocherà una sola partita, perdendola con Jack Sock, e da allora il suo nome è praticamente scomparso dai nomi di vertice. Eppure Almagro, pur non essendo giovanissimo, sembra avere ancora qualcosa da dare, e allora la terra battuta potrebbe ringiovanire questo spagnolo dal sublime rovescio a una mano. Del resto, Almagro ha vinto tredici titoli (su tredici in totale) sulla terra battuta ed è ovviamente al Roland Garros che vanta più vittorie Slam, avendo giocato tre quarti di finale (ma è stato a Melbourne 2013 che andò davvero vicino alla semifinale, quando si trovò avanti 2-0 contro Ferrer). Almagro giocherà ovviamente tantissimo sulla terra e l’obiettivo sembra essere quello di accumulare un po’ di punti per uscire dal limbo, ma quello che ci auguriamo è che un grande perdente come lui riesca finalmente a levarsi una soddisfazione contro i più forti.

https://twitter.com/NicoAlmagro/status/849360575213731841

Il tifoso numero 1 di papà Nico.

 

WTA (Giulio Fedele)


Irina-Camelia Begu

Perché: passa sempre inosservata, ma ha il gioco per far male alle migliori.

Begu è una di quelle tenniste che tutti pensano che stia in top 50 ma probabilmente sarà testa di serie al prossimo Roland Garros. Non avrà la notorietà di Simona Halep, o la storia di Sorana Cirstea, o il gioco fantasioso di Monica Niculescu, ma la sua costanza sulla terra la rende la giocatrice romena più accreditata per un exploit. Non è infatti una novità per lei: il quarto turno al Roland Garros dell’anno scorso è il suo miglior risultato in uno Slam assieme ad un altro quarto turno raggiunto agli Australian Open 2015. In questo biennio ha collezionato una semifinale a Roma, due quarti di finale a Madrid, due quarti di finale a Charleston e i già menzionati risultati a Parigi. Sempre sulla terra ha il miglior rendimento contro top 10: due vittorie contro quattro sconfitte nel solo 2016, mentre in tutta la carriera sul cemento ha 2 vittorie e 12 sconfitte. Come dice lei stessa, la terra è anche la sua superficie preferita. Già questa settimana a Charleston ha fatto vedere di essere in forma. Poche sono le certezze sulla terra rossa e Begu è una di queste.


Tsvetana Pironkova

Perché: è talmente assurdo da sembrare possibile.

Pironkova? Sì. Proprio quella tennista bulgara specialista delle superfici veloci? Sì. Quella che ha raggiunto quarti e semifinale sull’erba di Wimbledon? Sì. Quella che ha giocato una sola finale WTA e l’ha vinta sul cemento di Sydney? Sì. Quella che nei tornei WTA su terra rossa ha come miglior risultato degli ultimi cinque anni i quarti di finale nel torneo WTA International di Bastad 2012? Sì. Quella che l’exploit su terra rossa l’ha già fatto l’anno scorso raggiungendo i quarti di finale al Roland Garros, ed è difficile che possa ripetersi anche quest’anno? Esattamente.

https://www.instagram.com/p/BSAQoJ-leWF/?taken-by=tpironkova

Lo dice anche lei.

 

Çağla Büyükakçay

Perché: troppe favole l’anno scorso, abbiamo bisogno di un sequel.

Zero vittorie, otto sconfitte per Çağla Büyükakçay nel 2017 finora. Se non per altro, almeno per la legge dei grandi numeri siamo obbligati ad inserirla in questa lista. Quale miglior momento per riprendersi se non la stagione sulla terra rossa, superficie sulla quale l’anno scorso è diventata la prima turca a vincere un torneo WTA (a Istanbul, poi) e la prima turca a qualificarsi per il tabellone principale di un torneo del Grande Slam e a vincere una partita?

 


Sara Errani

Perché: nei momenti più bui viene fuori il suo spirito da lottatrice.

Per le armi a disposizione, tutti credono che i risultati ottenuti da Sara Errani nel corso della carriera sulla terra rossa siano stati un’impresa. Immaginate come potrebbero definirli quest’anno, ora che Sara a causa del ranking dovrà necessariamente partire dalle qualificazioni per giocare i tornei più importanti. Gli infortuni non le hanno dato pace e stenta ancora a trovare la forma fisica migliore. Attualmente, soltanto una vittoria o una finale al torneo WTA di Bogotà le permetterebbe con buone probabilità di entrare nel tabellone principale del Roland Garros. Altrimenti, dovrà conquistarsi il suo posto nelle qualificazioni. Il che non è necessariamente un male, visto che potrebbe servirle per ritrovare fiducia. Quello che è certo è che la mina vagante di quest’anno sarà lei, infortuni permettendo.

 

https://twitter.com/SaraErrani/status/849726213895725057

(Sara risponde alle critiche arrivate dopo la sconfitta a Charleston contro la rientrate Rodionova, n° 669 del ranking)


Laura Siegemund

Perché: esegue il back col dritto. E tanto basta.

Stoccarda 2016. Tre top 10 battute consecutivamente (Vinci, Halep, Radwanska, quest’ultima allora numero 2 del mondo) e una finale persa soltanto contro una Kerber in stato di grazia. Laura Siegemund così ha fatto il suo ritorno nel tennis che conta, a suon di back di dritto, rovescio, smorzate, volée. Il suo gioco è costruito per la terra. Una delle poche giocatrici che oltre ai colpi utilizza una tattica di gioco (è una delle poche tenniste ad essere anche laureata, in psicologia in questo caso) e sa sfruttare variazioni e gli angoli, non solo le classiche diagonali ma anche quelli più stretti. Ed anche quest’anno sta dimostrando di poter dire la sua su questa superficie. A Charleston ha salvato due match point, uno dei due salvando uno smash, per vincere contro una rinata Venus Williams. È così scontato un suo exploit che quasi non è divertente inserirla in questa lista.

 


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