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Il ladro di orchidee

Faccio un pezzo sugli stand gastronomici al Foro, d’accordo, è una grande idea, del resto quello è il mio vero mestiere, ma no, c’è poca gente, non so a chi chiedere, e poi fanno schifo, le foto mi verrebbero male, meglio lasciar perdere, aspetta che chiedo, forse viene fuori un bel pezzo sugli arancini catanesi, speriamo che quell’altro non si incazzi, ma chi voglio far ridere, non interessa a nessuno leggere di queste cose, che cosa sono venuto a fare non lo so nemmeno io, torno su, magari trovo l’ispirazione in sala stampa, è un accredito sprecato, il mio, fino ad ora.

Non si respira qui dentro, l’aria condizionata va e viene, le porte ti possono sbattere addosso in qualsiasi momento, la gente è sempre indaffarata, a fare cosa non si sa, ma è sempre meglio sembrare indaffarati che esserlo per davvero, vago senza meta alla ricerca di uno spunto, sono qui da tre giorni e non ho ancora scritto un pezzo decente, non mi dovrebbe interessare, però, questo torneo fa schifo, la gente è quel che è, la sala stampa è… ecco, la sala stampa, questo è lo spunto che mi serviva, dov’è il registratore, c’è quell’attempato giornalista che sussurra per non farsi sentire, quello giovane che non si alza mai dalla scrivania, quello arrampicatore che se sente la parola “esclusiva” salta su come un grillo e poi ci sono le star, quelli che vorrebbero diventarlo, quelli che non lo saranno mai, e quelli che sanno che non lo saranno mai, ma chi interessa tutto questo, a nessuno interessa leggere delle sale stampa, forse per farsi due risate, ma il tempo di una frase e hanno già chiuso il pezzo.

Scendo, sul Pietrangeli c’è un doppio, è quello che ci voleva, due nomi abbastanza noti, due praticamente sconosciuti, i seggiolini sono bagnati, ora me lo segno ché non voglio dimenticarmelo, quello dev’essere il coach di Granollers, ora magari gli faccio un paio di domande, magari viene un’intervista buona, magari viene fuori un buon profilo su “Marci”, come lo chiama lui quando lo incita, oppure mi dice qualcosa su Dodig… no, no, meglio evitare, lui non mi conosce, io non so nemmeno come si chiama, non so nemmeno se sia il suo allenatore, magari è il fratello, lo sparring, un ospite, chi lo sa, non fare brutte figure mi dico, o magari informati prima di prendere iniziative, quello di cui non ho certo bisogno ora è una figuraccia, mi serve uno spunto, ma questa partita non decolla, anzi, questo torneo non decolla.

Speriamo nel serale, quando la temperatura scende, c’è l’umidità, la gente mette le giacche, il campo diventa più lento, la partita dovrebbe essere spettacolare, c’è molta attesa, tutti fremono, questo torneo potrebbe cambiare da un momento all’altro, una buona semifinale e una buona finale di solito compensano una settimana piena di noia, perché l’importante è come si finisce, non come si inizia, è come scrivere, ecco, questo è un buono spunto, anzi no, se non cominci bene la gente non lo legge nemmeno il secondo paragrafo, mentre in un torneo tutti si aspettano poco all’inizio e tanto alla fine , anche questo non è male, forse me lo segno per la prossima volta, qua non la posso usare, questa partita fa schifo, questo torneo fa schifo, la contrapposizione stonerebbe, sono le 21 di sabato, non ho ancora visto una partita decente e intanto questo spunto non arriva.

Forse dovrei inventarmi un pezzo, far finta di non avere uno spunto e poi costruirci attorno una storia, ecco, sì, questa è buona, è quello che vogliono i miei lettori, è questo ciò che si aspettano quando aprono il sito, una storia, anche inventata, che differenza fa, l’importante è passare un buon quarto d’ora invece di leggere i soliti pezzi stantii sulle curiosità che non sono curiose per niente, banalità atroci che umiliano chi le scrive e chi le legge, ora comincio, mi invento una storia e lo metto in forma di racconto, faccio un bell’incipit su un tizio che non sa di cosa scrivere perché il torneo ha fatto schifo, poi pian piano esce la convinzione che la colpa sia di quel tizio, gli spunti ci sono sempre, se sai dove trovarli, e invece questo tizio si sposta da un punto all’altro senza una meta, senza decisione, senza convinzione, e finisce la domenica mattina a inventarsi un pezzo senza né capo né coda, un pezzo che leggeranno in pochissimi perché l’incipit è quel che è, sul resto meglio non accanirsi, è un trucchetto da quattro soldi dopo tutto, ma è pur sempre meglio di nulla, almeno così dicono, piuttosto di niente è meglio piuttosto.

Ma a chi voglio darla a bere, nessuno se lo leggerà il pezzo, tutti si accorgeranno che è copiato, non ci vuole tanto a capirlo, forse dovrei cambiare il titolo, o forse no, meglio essere sfrontati in questi casi e dire le cose come stanno, ero senza idee, può capitare, ma non è colpa mia, sono loro che non mi danno spunti, io ci ho provato, lo giuro, oggi vado al torneo e anche se la finale sarà quel che sarà ci farò un bel pezzo, perché della partita non frega nulla a nessuno, è il resto che tutti vogliono leggere, no, e allora cerchiamolo, questo resto, oggi voglio arrivare presto, in anticipo, forse è per questo che non ho trovato gli spunti buoni, perché sono sempre in ritardo, non cambierò mai, oggi però non sarà come gli altri giorni, ve lo prometto.

ATP Roma 2017


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