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Il Next Gen di cui non avevate ancora sentito parlare

La Stiria, il secondo Land più esteso dell’Austria, ha dato i natali a tennisti più o meno conosciuti: il più celebre di tutti è ovviamente Thomas Muster, numero 1 nel 1996 e campione al Roland Garros 1995, ma ci sono anche Gilbert Schaller, numero 17 ATP nel 1995 e noto ai più per aver sconfitto Pete Sampras nel primo turno di quel Roland Garros vinto da Muster, e infine Oliver Marach, discreto doppista tuttora attivo che qualche anno fa è entrato anche in top 10. Questi tre tennisti appartengono alla scuola austriaca più classica: ottimi giocatori su terra battuta, meno adatti alle superfici più veloci. Specialmente l’erba: Muster e Schaller non ci hanno praticamente mai giocato e a Wimbledon non hanno mai passato un turno; Marach non ci ha mai giocato da singolarista – pur essendo stato numero 82 ATP – mentre da doppista ha fatto un po’ meglio dei suoi conterranei, raggiungendo i quarti di finale nel 2009.

Con una sola partita all’attivo nel circuito maggiore, Sebastian Ofner, nato nel 1996 a Bruck an der Mur (la stessa città di Schaller), ha già superato i suoi tre predecessori. Ofner, attualmente numero 215 ATP, è di gran lunga il nome meno conosciuto tra quelli che si sono qualificati al tabellone principale di Wimbledon visto che Alex Ward, numero 869 del ranking, ha ricevuto la solita copertura che si riserva ai tennisti di casa che spuntano fuori dal nulla. L’altro ieri Ofner si è qualificato al secondo turno battendo con una sorprendente facilità Thomaz Bellucci, 6-2 6-3 6-2, e oggi sfiderà Jack Sock in un match che lo vede ampiamente sfavorito. Ofner è un nome nuovo per molti anche per gli austriaci: fino ad un paio d’anni fa il tennis non era tra le priorità di questo ragazzo, che solo di recente ha deciso di fare sul serio. «Ho cominciato ad impegnarmici davvero solo dopo la maturità. Prima ci giocavo, sì, ma non mi sono mai allenato moltissimo. Dai 19 in poi ho iniziato ad allenarmi due volte al giorno», ha dichiarato al Kronen Zeitung.

Ofner non era nemmeno tra i favoriti quando sono partite le qualificazioni: nell’entry list era appena sopra al suo coetaneo Gianluigi Quinzi e come Quinzi non aveva mai tentato di qualificarsi ad uno Slam. Ma se Quinzi ha vinto Wimbledon da junior e ha anche giocato più di qualche torneo di qualificazione ATP, per Ofner l’avventura londinese è una specie di inedito. Prima di questo torneo aveva giocato soltanto le qualificazioni all’ATP 250 di Vienna, grazie ad una wild-card, e si era fermato al turno decisivo, battuto nettamente da Jan-Lennard Struff dopo aver superato la seconda testa di serie, Iñigo Cervantes, allora numero 81 del mondo. Ma a parte la parentesi nel torneo di casa, i tornei ATP e gli Slam sono sempre stati fuori dalla portata di Sebastian, un tennista che fino ad ora ha giocato soprattutto a livello Futures con qualche comparsata nei Challenger.

Il miglior risultato, fino all’altro ieri, è stata la finale nel challenger di Mestre, ottenuta superando avversari di buon livello ma non certo imbattibili, tutti classificati oltre la 200ma posizione mondiale. João Domingues gli ha negato il primo titolo Challenger, ma non il best ranking, che Ofner nelle settimane successive ha ulteriormente migliorato, costruendosi la classifica necessaria ad entrare per la prima volta nelle qualificazioni di uno Slam. La sorte ha voluto che quello Slam fosse Wimbledon, un torneo in cui i tennisti austriaci hanno sempre ottenuto poca fortuna. Dominic Thiem, la testa di serie numero 8, ha ben poche chance di vincere il torneo, ma quantomeno ha potuto rallegrarsi della vittoria del connazionale: «Sono più contento della sua vittoria che della mia» ha detto dopo aver passato il primo turno, una qualificazione arrivata quasi simultaneamente a quella di Ofner. Thiem conosce molto bene Ofner del resto, visto che il padre, Wolfgang, è l’allenatore di questo ragazzo dai capelli impomatatissimi che fino ad una settimana fa non aveva mai giocato una partita ufficiale sull’erba.

Nel torneo di qualificazioni Ofner ha approfittato di un tabellone fortunato, ma è stato bravo a cogliere l’occasione: al primo turno ha superato Kimmer Coppejans, numero 178 ATP, poi ha battuto facilmente Miljan Zekic, numero 244 ATP, in quello successivo e infine ha completato l’opera battendo il numero 360 del mondo, Jay Clarke, con una rimonta da 0-2 in quello che era il suo primo match al meglio dei cinque set. Finora non è ancora stato convocato in Coppa Davis ma gli ottimi risultati ottenuti a Londra potrebbero spingere il capitano, Stefan Koubek, a riservargli un posto. Al di fuori di Thiem, in effetti, la concorrenza è piuttosto scarsa: ci sono solo i fratelli Melzer davanti a lui, per ora, ma con i punti di Wimbledon Ofner si avvicinerà sia a Jürgen che a Gerald, entrando per la prima volta tra i primi 200 del mondo. I quasi 74.000 dollari di assegno (sono 57.000 sterline, se proprio vi interessa il cambio), poi, non guastano di certo, visto che fino ad oggi Ofner aveva vinto poco più di 46.000 dollari.

Ma ci sarà tempo per i conti: Ofner, dopo tutto, è appena un ventunenne che come tanti altri coetanei sta cercando il modo di affrancarsi dal mondo dei Futures. Anche a livello Challenger è poco più di un novellino: ha giocato appena 16 partite, vincendone 8, e fino ad un anno fa non ci aveva ancora debuttato. Insomma, sarà pure in sedicesima posizione nella Race per le Next Gen Finals, ma è indubbio che Ofner debba fare ancora molta strada per arrivare al livello di alcuni suoi coetanei ben più famosi (qualche nome: Khachanov, Coric, Medvedev e Chung) per non parlare di quelli più giovani che hanno già vinto un Masters 1000. Contro Sock, numero 18 del mondo, sa di avere poche chance e preferisce non mostrarsi troppo coraggioso: «È di un altro calibro. Cercherò di sfruttare ogni piccola chance e di vincere almeno un set». Possono sembrare parole fin troppo modeste, per uno che in poco meno di due anni è passato dal semiprofessionsimo al secondo turno del torneo di tennis più prestigioso del mondo, ma probabilmente Ofner preferisce rimanere un altro po’ nell’ombra. Per ora ha portato bene.

Sebastian Ofner Wimbledon 2017


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