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Pochi stupori, qualche tremore

Cosa è successo nel tabellone maschile
Praticamente nulla di rilevante: dei primi 16 non sono arrivati agli ottavi i tre francesi (Pouille, Tsonga e Monfils), oltre a due tra i top 10 che si trovano peggio sull’erba, Nishikori e Wawrinka. L’eliminazione di Stan è stata forse la più clamorosa per via della scarsissima esperienza del suo avversario, Daniil Medvedev, battuto al turno successivo da Ruben Bemelmans. Ma le altre assenze non sono affatto inaspettate, nemmeno quella di Tsonga, che pur avendo giocato due semifinali a Wimbledon, quest’anno ha subìto sconfitte ben peggiori di quella con Querrey al terzo turno. I primi quattro del tabellone, che rimangono anche i quattro favoriti per la vittoria, si sono qualificati agli ottavi senza problemi: Nadal è stato quello che ha convinto di più, se non altro per la facilità con cui ha superato i suoi avversari; Djokovic, come Nadal, non ha perso set e come lo spagnolo ha approfittato di un tabellone piuttosto agevole; Federer (che è arrivato a quota 10.000 ace: auguri) ha vinto nove set su nove e anche se ha perso un paio di volte il servizio può dirsi piuttosto felice di come è arrivato alla seconda settimana; Murray, infine, è stato quello che ha rischiato di più, se così si può dire, cedendo un set a Fabio Fognini al terzo turno annullando vari set point nel quarto. Ma per farsi un’idea di chi abbia più chance di alzare la coppa bisognerà aspettare il Manic Monday o addirittura i quarti: Nadal ha un test impegnativo contro il serve-and-volleyer Gilles Müller; Federer se la vedrà con Grigor Dimitrov, arrivato per la prima volta agli ottavi di uno Slam senza perdere un set; Djokovic e Murray, invece, non dovrebbero faticare troppo contro Mannarino e Paire.

Cosa è successo nel tabellone femminile
È successo che le prime due favorite, almeno secondo i bookmaker, non sono nemmeno arrivate al terzo turno: Karolina Pliskova e Petra Kvitova hanno perso contro Magdalena Rybarikova (che nelle ultime settimane ha giocato e vinto tantissimo sull’erba: vittoria negli ITF di Surbiton e Ilkley, semifinale nel WTA di Nottingham) e Madison Brengle. A conferma di quanto siano incerte le gerarchie, le principali favorite ora sono, sempre secondo i bookies: una tennista che ha giocato appena una semifinale Slam e che a Wimbledon non è mai andata oltre gli ottavi (Johanna Konta), una che ha ottenuto una solo semifinale Slam e che a Wimbledon non è mai andata oltre ai quarti (CoCo Vandeweghe), una che dopo l’exploit al Roland Garros dello scorso anno non è più arrivata in finale e che quest’anno ha vinto solo una volta più di tre partite nello stesso torneo (Garbiñe Muguruza), una che quest’anno ha perso 8 partite su 8 quando ha affrontato una top-20 (Angelique Kerber), una molto continua su ogni superficie ma a cui manca sempre quel qualcosa in più per vincere gli Slam (Simona Halep) e infine una che ha vinto questo torneo 5 volte (ma l’ultima risale a quasi dieci anni fa) e che oggi ha 37 anni (Venus Williams). La lista potrebbe proseguire, perché le quote sono attaccatissime così come attaccattissime sono le tenniste nella Race. L’incertezza che regna nella WTA ha consegnato a Jelena Ostapenko, classe ’97 senza titoli all’attivo, il Roland Garros ed è possibile che sia un’altra sorpresa a prendersi Wimbledon. Intanto gli ottavi promettono spettacolo: ce ne sono tre in cui si affronteranno campionesse o finaliste Slam (Kerber-Muguruza, Radwanska-Kuznetsova e Azarenka-Halep), un paio dall’esito incertissimo (Ostapenko-Svitolina e Vandeweghe-Wozniacki) e altri tre incontri suggestivi come Williams-Konjuh (hanno 17 anni di differenza), Rybarikova-Martic (che non hanno mai giocato un quarto di finale in uno Slam) e il test Garcia per quella che è diventata la favorita anche se non si sa bene perché, Johanna Konta.

Venus Williams si è qualificata agli ottavi per la 14ma volta nelle ultime 20 edizioni: ha perso solo due volte (2011 e 2015)
Venus Williams si è qualificata agli ottavi per la 15ma volta nelle ultime 20 edizioni: ha perso solo due volte (2011 e 2015)

Cosa è successo a Bethanie Mattek-Sands
Per chi ama gli attacchi a rete e le volée in controtempo quello di Bethanie Mattek-Sands è un nome irrinunciabile e se la statunitense arriva al secondo turno di Wimbledon con una buona possibilità di far impazzire Garbiñe Muguruza a quello successivo, allora non ci sono dubbi: bisogna vederla in azione. L’avversaria, Sorana Cirstea, ha eliminato Kiki Bertens al primo turno ha perso il primo set, poi nel secondo è riuscita a tener duro anche se Mattek-Sands aveva trovato il break quando era andata a servire per il set. Al terzo, però, succede l’imponderabile: in un approccio a rete, la gamba di Bethanie cede e la statunitense si trova per terra. «Aiutatemi, cazzo, aiutatemi!» urla disperata mentre il tempo sembra essersi fermato: nessuno interviene, tutti sembrano paralizzati da quello che è successo. Cirstea e Safarova, la compagna di doppio con cui cercava il Grande Slam, piangono inconsolabili (la romena dirà in conferenza stampa che non aveva mai visto un ginocchio in quelle condizioni), mentre Mattek-Sands viene finalmente portata via in barella. La BBC decide di levare il sonoro per non aggiungere ulteriore dramma ad un infortunio che due giorni dopo viene spiegato dalla statunitense stessa: dislocamento della rotura e rottura del tendine rotuleo del ginocchio. Dice che tornerà presto.

Marcus Willis l’ha fatto di nuovo
Stavolta Marcus Willis non ce l’ha fatta ad arrivare nel tabellone principale di Wimbledon, visto che è stato battuto al terzo turno da Ilya Marchenko, ma l’infiltrato della scorsa edizione è riuscito a trovare anche quest’anno un modo per far parlare di sé. Assieme a Jay Clarke, che ha sfiorato la qualificazione al tabellone principale in singolare (era avanti due set a zero contro la sorpresa del torneo, Sebastian Ofner) Willis ha ottenuto una wild card dall’All England Lawn and Tennis Club per il tabellone di doppio. Ovviamente il curriculum di Marcus in doppio al di fuori dei Futures – 26 titoli – non è granché: negli Slam ha provato le qualificazioni solo a Wimbledon, sempre fallendo al primo turno; a livello ATP non ci ha mai giocato; nei Challenger vanta una finale. Clarke, che ha diciannove anni ancora da compiere, è ancora più inesperto. Eppure i due sono arrivati agli ottavi del torneo, battendo prima Jared Donaldson e Jeevan Nedunchezhiyan rimontando uno svantaggio di due set, e poi battendo in quattro set le teste di serie numero 2, Pierre-Hugues Herbert e Nicolas Mahut, peraltro campioni in carica. Il loro match sul campo 3 è stato uno dei più seguiti della giornata, anche se si è giocato in larga parte in contemporanea con la partita di Federer sul centrale. Sarà che un sano revival della rivalità anglo-francese non guasta mai, sarà che Willis è diventato una specie di icona degli eroi improbabili, sarà che non c’erano altri britannici da veder giocare: fatto sta che la vittoria di Willis e Clarke è diventata uno dei momenti più notevoli di questa prima settimana. Il che la dice lunga su tutto il resto, eh.

#willbombsonfire
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Il ritorno di Jerzy Janowicz ed Ernests Gulbis
Giochino: chi si è qualificato più volte al terzo turno di uno Slam tra Jerzy Janowicz ed Ernests Gulbis? Janowicz: ne ha giocati nove, passando il turno solo una volta, a Wimbledon 2013. Gulbis ne ha giocati appena sei, invece, vincendo però quattro volte. Sembra difficile da credere ma tant’è: tennisti come Viktor Troicki, Jeremy Chardy, Denis Istomin e Guillermo Garcia-López hanno giocato ai sedicesimi di uno Slam più spesso di Gulbis, un tennista che è stato in top 10, che ha giocato in una semifinale Slam e che ha battuto Federer, Djokovic e Murray almeno una volta. Gulbis e Janowicz sono riusciti a qualificarsi entrambi per il terzo turno di Wimbledon ed è certamente una bella notizia per il tennis: sono spariti dai radar da parecchio tempo, un po’ per gli infortuni, un po’ per altri motivi, ma a Londra sono tornati a vincere un paio di partite consecutive. Gulbis è stato bravissimo a superare del Potro al secondo turno, ma con Djokovic poteva fare poco e il break a inizio match non ha illuso nessuno. Janowicz si è levato la soddisfazione di battere una testa di serie, Lucas Pouille, ma ha poi trovato il miglior Paire di sempre sull’erba e si è dovuto fermare ad un passo dal match con Andy Murray. Di strada da fare ce n’è ancora parecchia, però: Gulbis non entrerà nemmeno tra i primi 300 del mondo con questi 90 punti, Janowicz si troverà a ridosso della top 100 e andrà a Braunschweig per scalare qualche altra posizione prima degli US Open. Noi li aspettiamo, sia chiaro.

Il colpo più bello della settimana
Potevamo scegliere lo spettacolare tuffo di Dimitrov, lo strepitoso rovescio di Nadal, il tocco sublime di Radwanska ma alla fine abbiamo optato per il balletto.

Gli ottavi di lunedì

Murray-Paire
Querrey-Anderson
Cilic-Bautista-Agut
Nadal-Müller
Federer-Dimitrov
Raonic-A. Zverev
Thiem-Berdych
Mannarino-Djokovic

Kerber-Muguruza
Radwanska-Kuznetsova
Rybarikova-Martic
Vandeweghe-Wozniacki
Konjuh-Williams
Ostapenko-Svitolina
Konta-Garcia
Azarenka-Halep

Wimbledon 2017


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