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Cinque cose sui prossimi US Open femminili

1. Chi ci sarà e chi no
Mancherà Shuai Peng, numero 38 WTA ma semifinalista in carica. È un’assenza pesante, non tanto per lo spettacolo, quanto per il ranking della cinese: dei suoi 1362 punti, 780 sono stati conquistati a New York. Peng si ritirò nel corso della semifinale e da allora ha giocato ben poco. Sembrava essersi ristabilita agli Australian Open, dove ha raggiunto gli ottavi, invece è ferma dal Roland Garros, dove è uscita sùbito, ritirandosi sul 6-0 2-0. Il suo è l’unico ritiro tra le tenniste che hanno diritto ad entrare nel tabellone principale, mentre hanno chiesto di partecipare con il ranking protetto Petra Cetkovska, Laura Robson, Vania King e Alisa Kleybanova che però ha ancora dei problemi e ha cambiato idea. In tabellone quindi  ci sono anche Kirsten Flipkens e Qiang Wang. Le qualificazioni sono partite ieri sera e questo significa che eventuali ritiri verranno rimpiazzati da lucky loser, non da chi è rimasto fuori dal cut-off.

Al via ci sono cinque campionesse (Serena Williams, Maria Sharapova, Venus Williams, Samantha Stosur e Svetlana Kuznetsova) e altre tre tenniste che hanno giocato almeno la finale (Caroline Wozniacki, Victoria Azarenka e Jelena Jankovic). Sette wild-card su otto sono state assegnate a tenniste statunitensi: sono Samantha Crawford (che ha vinto l’USTA Pro Circuit’s US Open Wild Card Challenge, un circuito di tre settimane organizzato dall’USTA), Sofia Kenin (campionessa nazionale Under 18), Bethanie Mattek-Sands (ex numero 30 del mondo e che ha già partecipato tredici volte agli US Open), Nicole Gibbs, Louisa Chirico, Jamie Loeb e Sachia Vickery. L’ottava wild-card è andata alla francese Oceane Dodin.

2. Le teste di serie
Come Roger Federer, anche Simona Halep ha raggiunto il numero 2 in extremis. Ad Halep è bastato arrivare in finale a Cincinnati, però, e così a New York la romena incontrerà Serena eventualmente solo in finale. Questa la suddivisione delle teste di serie:

1-2: S. Williams – Halep
3-4: Sharapova – Wozniacki
5-8: Kvitova – Safarova – Ivanovic – Pliskova
9-12: Muguruza – Suarez-Navarro – Kerber – Bencic
13-16: Makarova – Bacsinszky – Radwanska – Errani
17-24: Svitolina – Petkovic – Keys – Azarenka – Jankovic – Stosur – V. Williams – Lisicki
25-32: Bouchard – Pennetta – Cornet – Begu – Stephens – Kuznetsova – Pavlyuchenkova – Schmiedlova.

Il regolamento degli Slam prevede che le teste di serie non si possano incrociare tra loro prima del terzo turno. Al terzo turno le prime otto teste di serie non possono incontrare le tenniste comprese tra la diciassettesima e la ventiquattresima posizione e vengono quindi sorteggiate con quelle comprese tra le venticinquesima e la trentaduesima. Inoltre, le prime quattro del tabellone non possono essere sorteggiate agli ottavi contro le tenniste comprese tra la nona e la dodicesima posizione (che invece pescano quelle tra la quinta e l’ottava posizione). Questo significa che le prime quattro, agli ottavi, pescano tra la tredicesima e la sedicesima testa di serie.

Già al terzo turno, per le prime otto, ci sono tenniste che non vanno sottovalutate. I quattro nomi da tenere d’occhio sembrano quelli di Bouchard (ma, considerata la disastrosa stagione, potrebbe uscire prima), Pennetta, Stephens e Kuznetsova. Le altre quattro sembrano meno pericolose, anche se trovarsi di fronte Cornet non è mai semplice. Pennetta ha raggiunto i quarti nelle ultime due edizioni e a New York ha decisamente lo score migliore negli Slam, avendo giocato quattro quarti di finale e una semifinale nel 2013. Stephens sembra in risalita mentre Kuznetsova è il solito enigma a metà tra un talento cristallino e un fisico non all’altezza.

Molto interessanti i possibili incroci negli ottavi. In virtù del regolamento, le prime quattro (Serena Williams, Halep, Sharapova e Wozniacki) potranno pescare una tra Makarova, Bacsinszky, Radwanska ed Errani. Di queste quattro le più pericolose sembrano Bacsinszky e Radwanska, almeno giudicando i risultati di quest’anno. Errani l’anno scorso giocò i quarti di finale ma per ripetere quel risultato deve sperare di non incontrare Serena o Sharapova; con Halep e Wozniacki ci sarebbe sicuramente più partita, o magari Sara può sperare in un buco nel tabellone (Halep, per esempio, quest’anno ha vinto una sola partita tra Roland Garros e Wimbledon).

Le ragazze tra la quinta e l’ottava posizione, dal canto loro, rischiano di trovare tenniste molto in forma agli ottavi: i nomi più logici sono quelli di Kerber e Bencic, mentre le due spagnole (Muguruza e Suarez-Navarro) sembrano un po’ più indietro. Ad ogni modo, Kvitova, Safarova, Ivanovic e Pliskova non danno molte garanzie: solo Ana Ivanovic, di loro quattro, ha giocato i quarti di finale a New York (per giunta in una sola occasione, nel 2012), mentre Karolina Pliskova, addirittura, non è mai andata oltre il terzo turno in uno Slam.
Le tenniste del gruppo 9-16 (quello che va da Muguruza e Errani) al terzo turno incontreranno quelle del gruppo 17-24, che vanta un pedigree speciale: ci sono due tenniste che hanno vinto il torneo in passato (Venus Williams e Samantha Stosur) e due che sono arrivate in finale (Victoria Azarenka e Jelena Jankovic). Le più pericolose sembrano Venus e Azarenka ma non vanno sottovalutati l’orgoglio di Jankovic, avvezza agli exploit, e l’entusiasmo di Madison Keys.

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3. Le italiane
Sono sei le azzurre che sono entrate nel tabellone principale e due di loro sono comprese tra le teste di serie: Sara Errani (n. 16) e Flavia Pennetta (n. 26). Le altre quattro sono Camila Giorgi, Karin Knapp, Roberta Vinci e Francesca Schiavone. Le due tenniste con la testa di serie sono anche coloro che vantano il miglior risultato agli US Open, cioè la semifinale (Errani nel 2012, Pennetta nel 2013). Vinci e Schiavone, dal canto loro, hanno giocato i quarti in due occasioni (Vinci nel 2012 e nel 2013, perdendo in entrambi i casi in un derby; Schiavone nel 2003 e nel 2010). Errrani pescherà al terzo turno tenniste pericolose ma non impossibili: i nomi più complicati sono quelli di Venus Williams (con cui l’anno scorso giocò forse il miglior match del torneo) e di Victoria Azarenka. Con le altre sei le chance ci sono: anche se si tratta di giocatrici più potenti (come Stosur, Petkovic, Keys o Lisicki), Sara ha dalla sua l’intelligenza tattica per metterle in difficoltà. Svitolina è una bella incognita perché non ha il colpo ammazza-scambio ma è una giocatrice tignosa e molto intelligente (Sara ha comunque vinto l’unico precedente). Per Pennetta il discorso è un po’ più complicato perché al terzo turno potrebbe trovare una delle prime otto: la mission impossible è Serena Williams, con le altre sette l’impresa diventa difficile (Sharapova, Halep, Kvitova, Wozniacki) oppure fattibile (Safarova, Ivanovic, Pliskova). Non è certo da escludere la possibilità che una di queste otto tenniste lasci il torneo prima del terzo turno: in quel caso la sfortuna di essere in quella fascia di teste di serie potrebbe diventare improvvisamente un colpo di fortuna.

4. Il programma
Come già ricordato, New York ha una differenza di sei ore con l’Italia. Le sessioni giornaliere partono alle 11 statunitensi (le 17 in Italia), quelle serali alle 19 (cioè all’una). Questo è il programma del tabellone femminile (a differenza degli uomini, due semifinaliste dovranno giocare in giorni consecutivi perché due quarti di finale sono programmati per mercoledì 9 e le semifinali si giocano entrambe giovedì 10):

Lunedì 31 agosto – martedì 1 settembre: primo turno
Mercoledì 2 settembre – giovedì 3 settembre: secondo turno
Venerdì 4 settembre – sabato 5 settembre: terzo turno
Domenica 6 settembre – lunedì 7 settembre: ottavi di finale
Martedì 8 settembre – mercoledì 9 settembre: quarti di finale
Giovedì 10 settembre: semifinali (a partire dalle 19, l’una italiana)
Sabato 12 settembre: finale (a partire dalle 12, le 18 italiane)

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5. I record
L’ultima a vincere quattro Slam di fila prima di Serena è stata proprio Serena, tra il 2002 e il 2003. Con la vittoria di Wimbledon, la statunitense si è già uguagliata e ora punta al quinto che varrebbe un Grande Slam autentico. L’ultima tennista a compiere tale impresa fu Steffi Graf, nel 1988; prima della tedesca ci sono riuscite anche Margaret Court (nel 1970) e Maureen Connolly Brinker (nel 1953). Era dal 2001 che una tennista non vinceva i primi due Slam dell’anno (quell’anno ci riuscì Jennifer Capritati) ed era dal 1988 che una tennista non vinceva i primi tre. Serena cercherà di vincere il suo settimo US Open e il ventiduesimo Slam complessivo, risultato che la metterebbe alla pari con Steffi Graf e a due sole lunghezze da Margaret Court. Se raggiungerà la finale, Serena sarà al primo posto nell’Era Open in quanto a partecipazioni nell’atto conclusivo (è a quota otto, come Chris Evert: 1999, 2001, 2002, 2008, 2011, 2012, 2013, 2014) e al secondo all-time. Con un bilancio di 79 vittorie e 9 sconfitte è già al primo posto per percentuale di match vinti nell’Era Open (0.898): per mantenere il primo posto dovrà arrivare almeno in finale (0.895 contro lo 0.894 di Chris Evert). In caso di vittoria in finale, invece, salirà ad oltre il 90% di partite vinte (0.905); tuttavia, i numeri di Hellen Wils, 50 vittorie e due sconfitte tra il 1922 il 1933, non sono raggiungibili. Le quattro vittorie consecutive agli US Open non sarebbero un record, nemmeno in Era Open: c’è già riuscita Chris Evert tra il 1975 e il 1978; prima di lei, anche a Helen Jacobs (tra il 1932 e il 1935) e Molla Bjurstedt Mallory (tra il 1915 e il 1918) riuscì il poker di vittorie consecutive. Dovesse vincere due partite Serena Williams metterebbe a segno la seconda striscia di vittorie più lunga di sempre nell’Era Open (a quota 23, davanti a lei c’è Kim Clijsters). Per superare Chris Evert (a quota 31), però, dovrà vincere il titolo quest’anno e altre quattro partite l’anno prossimo.

Maria Sharapova cerca un trionfo Slam lontano dalla terra battuta che manca da più di sette anni (Australian Open 2008). La campionessa del 2006 non ha più giocato una finale a New York da allora, arrivando al massimo in semifinale nel 2012. Se dovesse vincere il titolo, salirebbe a quota sei Slam in carriera, uno in meno di Venus Williams.

Venus Williams ha vinto il suo ultimo Slam a Wimbledon nel 2008 mentre a New York il suo ultimo trofeo risale addirittura al 2001, quattordici anni fa. Venus sarebbe la tennista con il maggiore intervallo di tempo tra un titolo a New York e quello successivo: la primatista dell’Era Open è Serena che ha fatto passare sei anni tra il titolo del 2002 e quello del 2008, mentre Hazel Hotchkiss Wightman ne fece passare otto tra il titolo del 1911 e quello del 1919. Inoltre, se Venus facesse tris, l’intervallo tra la prima e l’ultima vittoria eguaglierebbe quello della sorella minore (che ha vinto il primo titolo nel 1999 e l’ultimo nel 2014). Chiudiamo con il tricolore: Francesca Schiavone parteciperà al sessantunesimo Slam consecutivo e andrà quindi ad una lunghezza dal record di Ai Sugiyama.

Correzione del 26 agosto: una precedente versione di questo articolo riportava che Francesca Schiavone parteciperà al sessantesimo Slam consecutivo; si tratta invece del sessantunesimo.

US Open 2015


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