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Spotting: gennaio

Il tennis e le scommesse
Hanno aperto le danze BBC e BuzzFeed, che ha scelto il suggestivo titolo The Tennis Racket, ha rincarato la dose il New York Times e ora tutti sembrano essersi accorti che c’è qualche problema con le scommesse. Se i documenti pubblicati da BBC e BuzzFeed non hanno praticamente aggiunto nulla a quello che già si sapeva, confermando che la Tennis Integrity Unit (TIU) ha la stessa rilevanza del Ministero per le Pari Opportunità, il pezzo di Ben Rothenberg sul Times ha alimentato la caccia ai nomi. Dal momento che né BBCBuzzFeed hanno in mano delle prove e che la presunzione di innocenza vale ancora qualcosa, si è solo potuto ipotizzare chi sia coinvolto e chi no. Sono venuti fuori un bel po’ di nomi, tra cui quello di David Marrero e Lara Arruabarrena, che hanno perso in maniera netta contro Kubot e Hlavackova nel primo turno del torneo di doppio misto agli Australian Open. Il New York Times ha riportato che sia Pinnacle Sports che Betfair (due tra le più importanti aziende di scommesse) hanno registrato un volume insolito di giocate contro gli spagnoli, che hanno perso nettamente il loro match di esordio (6-0 6-3). L’articolo documenta vari punti in cui si nota scarso impegno da parte della coppia sconfitta. Arrabarruena, però, ha scritto un post su Tennistopic dal titolo esemplificativo: “È ingiusto”. «Non ho mai aggiustato una partita in vita mia. Ci sono rimasta di sasso quando sono atterrata a Dubai lunedì dopo aver terminato la mia partecipazione agli Australian Open. Avevo centinaia di messaggi, che si sono moltiplicati nelle ore successive. Sì, è vero che abbiamo parlato con due giornalisti del New York Times sùbito dopo la partita. Ci dissero che c’era stato un’ammontare inusuale di puntate sul nostro match. Ma che colpa ne abbiamo noi?». Marrero ha giustificato la sua prestazione con un dolore alla gamba e secondo lui questa cosa non è passata inosservata tra i più attenti, generando quindi l’alto numero di giocate.

Il doppio sorpasso
Stiamo vivendo un’epoca in cui giocano contemporaneamente il primo, il secondo (a parimerito) e il quinto (a parimerito) nella classifica di Slam vinti. Quei tre là, inoltre, sono al primo, secondo e terzo posto (ancora a parimerito) nella classifica di finali giocate. Un caso? Forse no. Una volta non era strano che un top player decidesse di saltare un torneo importante come Wimbledon (Muster magari è un caso estremo, ma anche Agassi disertò Wimbledon per tre edizioni consecutive), oggi ci stupiamo quando Murray dice che potrebbe rinunciare alle ATP World Tour Finals per concentrarsi sulla Coppa Davis. Insomma il tennis, da almeno dieci anni, è prima di tutto costanza. E quindi, forse, non è un caso che tra i primissimi di tutti i tempi ci siano tre tennisti contemporanei. Ad ogni modo, non è strano che tra quei tre quello che è in vantaggio negli scontri diretti (cioè Djokovic, che prima ha superato Nadal a Doha e poi ha fatto altrettanto con Federer a Melbourne) sia anche indietro – e non di poco – negli Slam. Gli scontri diretti, e questo caso lo dovrebbe dimostrare, mostrano solo un aspetto della rivalità tra due tennisti. Intorno c’è un mucchio di altre cose da considerare: per esempio l’età in cui si è cominciato a vincere. Se si paragonano Nadal e Federer all’età che ha oggi Djokovic (cioè 28 anni), si vedrà che entrambi avevano già vinto praticamente tutto quello che dovevano vincere. È probabile che la forbice negli head-to-head, nei prossimi mesi, si allarghi ulteriormente a favore di Djokovic. Ma in sostanza sarà un dato che non ci dirà praticamente nulla sui rispettivi rapporti di forza. Anche questo è il bello dei numeri.

Santina
Ai giornalisti italiani piacciono molto le crasi, per cui la coppia campione degli Australian Open di doppio maschili 2015, quella formata da Simone Bolelli e Fabio Fognini, è stata ribattezzata “Folelli”. Ma non è una cosa solo italiana: l’attuale coppia femminile più forte del mondo, formata da Sania Mirza e Martina Hingis, è diventata “Santina”. Magari nel mondo anglosassone lo trovano divertente, ma in un paese civile questo obbrobrio linguistico sarebbe almeno da sanzione amministrativa. Ad ogni modo, queste due hanno cominciato a giocare meno di un anno fa e in pratica hanno perso una manciata di partite. L’ultima risale a Cincinnati, poi Mirza e Hingis hanno vinto gli US Open, Guangzhou, Wuhan, Pechino, le WTA Finals, Brisbane, Sydney e gli Australian Open. In tutto hanno vinto tre Slam su tre, dodici tornei e sono in una striscia positiva di 36 partite. Mirza, in sostanza, ha vinto più di un terzo dei suoi titoli negli ultimi dodici mesi, lei che ha vinto il suo primo trofeo di doppio nel 2004. Hingis, invece, pure quando vinceva gli Slam in singolare, vinceva molto pure in doppio e non c’è dubbio chi sia, tra le due, la trascinatrice. Ma insomma, dopo i due Slam vinti consecutivamente da Safarova e Mattek-Sands lo scorso anno, si può ben dire che quest’anno c’è una coppia che può davvero puntare al Calendar Grand Slam.

Martina Hingis e Sania Mirza
Hingis ha vinto 21 titoli dello Slam: 5 in singolare, 12 nel doppio femminile, 4 nel doppio misto

Murray campione a Melbourne
Andy ha perso la quinta finale su cinque giocate, ma un Murray campione a Melbourne c’è stato comunque dato che il fratello Jamie ha vinto con Bruno Soares il titolo di doppio maschile. Soares, peraltro, ha vinto nello stesso giorno il doppio maschile e il doppio misto (con Elena Vesnina). «Sono andato a letto alle 5, messo la sveglia alle 11 e mi sono alzato alle 8:30», ha detto il brasiliano. «Da allora ho bevuto 22 caffè». Andy Murray, pure, avrà dovuto bere qualche caffè in più, dato che seguito la finale del fratello fino all’una di notte. «Andy, grazie per essere venuto a vedere la partita, ma dovresti essere a letto ora», gli ha ricordato Jamie, da buon fratello maggiore. Ventiquattro ore dopo, Murray ringraziava con la voce rotta sua moglie Kim – che a breve partorirà il loro primo figlio – dicendole: «Sto tornando a casa». Non ha vinto il titolo nemmeno quest’anno, ma ci riproverà sicuramente l’anno prossimo e avrà una persona in più a cui dedicare la sua prima vittoria.

Le sorprese del mese
Nei tornei che hanno preceduto lo Slam non ci sono state grosse sorprese. Nella prima settimana hanno vinto nomi di primo piano come Djokovic, Wawrinka e Raonic (volendo, l’unica vera sorpresa; ma poi Melbourne ci dirà che la vittoria contro Federer non era stata una caso), nella seconda c’è stata gloria per due onesti pedalatori come Bautista-Agut e Troicki. Tra le donne, invece, c’è stato qualche nome da appuntarsi per il futuro. A Brisbane ha sorpreso molto Samantha Crawford, statunitense classe ’95, e capace di arrivare fino in semifinale passando dalle qualificazioni. Parla benissimo il mandarino perché la madre è di Pechino ed è una delle tante promesse del tennis USA. L’anno scorso ha fatto sul serio: ha vinto il suo primo torneo ITF e ha chiuso l’anno da numero 142 del mondo, salendo di quasi 140 posizioni in dodici mesi. A Melbourne non è andata come sperava, perché ha perso sùbito contro una tennista contro la quale poteva fare di più, Danka Kovinic. Ma ha 21 anni e di tempo ce n’è.
Agli Australian Open ha molto sorpreso Nicole Gibbs, anche lei statunitense ma di due anni meno giovane. A fine novembre, scrisse un lungo post su Facebook in cui raccontava il suo tribolato 2015, fatto di tantissime sconfitte e di cocenti delusioni. Però Gibbs, che deve aver letto Wawrinka più che Beckett, chiudeva il suo post con l’ormai celeberrima citazione del “ho fallito, fallirò meglio” eccetera eccetera. Le è andata bene, perché a Melbourne ha passato le qualificazioni, poi ha passato un turno ed è riuscita a lottare per un set con Kristina Mladenovic. Sembra una delle tante statunitensi destinate a non essere ricordate a lungo, però qualche soddisfazione potrà levarsela.

Samantha Crawford a Brisbane 2016
Samantha Crawford ha vinto, da wild card, gli US Open junior 2012

La Ryder Cup del tennis(o Laver Cup)
Sembra che il tennis si stia spostando sempre di più verso le esibizioni: dopo l’IPTL, che al netto delle critiche per la sua formula circense ha raccolto un buon successo di pubblico, arriva la Laver Cup, una competizione a squadre ideata da Team8, l’agenzia che rappresenta Roger Federer. Verrà intitolata a Rod Laver e la formula dovrebbe prevedere una sfida tra l’Europa e il resto del mondo (come succede nella Ryder Cup del golf, torneo che si svolge ogni due anni dal 1927), con sei giocatori per squadra ad affrontarsi ogni giorno (per tre giorni) in tre singolari e un doppio. In caso di parità dopo i dodici incontri, sarà un doppio a decidere la sfida. In realtà, il progetto è ancora embrionale (si partirebbe nel 2017) e ci sono ancora molti dettagli da definire. Ma pare che la Laver Cup non assegnerà punti, non metterà in palio un montepremi per i giocatori (bensì per le squadre) e quindi assomiglierà molto più che a un’esibizione che alla vera Ryder Cup, che è uno dei tornei più prestigiosi nel mondo del golf. «Penso che Rod Laver sia una grande fonte di ispirazione», ha detto Federer. «Penso che potrebbe venirne fuori qualcosa di molto competitivo». Oltre al nome, Laver dovrebbe mettere qualcos’altro di suo, perché spetterebbe a lui scegliere i capitani delle due squadre, almeno per la prima edizione.

I migliori cinque tweet del mese di gennaio
5. Steve Darcis
Steve Darcis, che molti ricordano per la sua sorprendente vittoria contro Rafael Nadal a Wimbledon nel 2013, ha scritto questo tweet.

In sostanza, Darcis ha fatto notare quello che avevano già notato in molti. Ossia che Nadal, con la sconfitta al primo turno con Fernando Verdasco, ha vinto il cosiddetto Cucchiaio di Legno. Il Cucchiaio di Legno va a quel giocatore che perde al primo turno contro un giocatore che perde al turno successivo, sconfitto da un tennista che perde al turno successivo e così via. Avendo perso con Verdasco, che ha perso con Sela, che ha perso con Kuznetsov, che ha perso con Monfils, che ha perso con Raonic, che ha perso con Murray, che ha perso con Djokovic, il titolo agli Australian Open lo ha vinto Rafa.

4. Nick Kyrgios
Nick Kyrgios è decisamente #TeamMuzza e non fa nulla per nasconderlo.

3. Andrea Petkovic
Nel giorno del trionfo di Angelique Kerber, Petkovic ha dichiarato di voler sposare l’amica.

https://twitter.com/andreapetkovic/status/693386414344503296

«Angelique. Sei pazzesca. Ti voglio sposare. CONGRATULAZIONI»

Il giorno dopo la Germania ha vinto i campionati europei di pallamano e Andrea si è resa conto che non poteva sposare tutta la squadra.

«NON SI PUÒ SPOSARE UN’INTERA SQUADRA»

2. Sara Errani
Il tweet passivo aggressivo di Sara Errani, dopo che Halep e Sharapova (ma lei se la prende con una sola delle due), si sono ritirate dal tabellone di Brisbane, non è passato inosservato. #tantopersapere non è diventato trending topic per un pelo.

1. Fabio Fognini
Il nuovo meme per il lunedì mattina ce lo regala Fabio Fognini.


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