menu Menu

Dream Thiem

Quando si vede Djokovic urlare in campo, anche se il punteggio è in suo favore, allora bisogna concentrarsi sull’avversario. Dominic Thiem ha affrontato il numero uno al mondo negli ottavi di finale del torneo di Miami a viso aperto, provando a sfondare di potenza il muro serbo, l’impresa più improba del tennis moderno. Non ci è riuscito, ma il 6-3 6-4 della vittoria di Djokovic lo ricorderemo come una delle migliori partite del torneo. Il pubblico era tutto con l’austriaco, pardon: contro Djokovic, che infatti a fine partita ha esultato e salutato tradendo la solita vis polemica. È una storia vecchia quella di Djokovic mai troppo amato dal pubblico, che invece ha tributato lunghi applausi a Thiem. Erano applausi di speranza, perché per rivitalizzare un tennis che ha il solito vincitore c’è bisogno di novità, e lui potrebbe rappresentarne una.

Austria über alles
A metà degli anni ’90, ancora lontani dal dominio sul rosso di Rafael Nadal, Thomas Muster è noto come “King of clay”.

Nel 1989 Muster è il primo austriaco a raggiungere le semifinali agli Australian Open, anche se approfittando di uno dei soliti infortuni di Edberg, e verrà fermato da Ivan Lendl. Sembra il prologo di una grande annata, anche perché un paio di mesi dopo, a Miami, dopo aver battuto Noah in cinque set in semifinale, è pronto a prendersi la rivincita contro Lendl in finale. Ma qualche ora dopo il vittorioso incontro contro il francese, a Key Biscayne, un ubriaco lo investe con l’auto lacerandogli i legamenti del ginocchio. La sua carriera si ferma. Le foto di lui mentre allena il braccio sulla sedia a rotelle faranno il giro del mondo, in attesa che, anni dopo, Muster riesca a vincere quel torneo.

Agli inizi degli anni ‘90 Muster è un ottimo giocatore su terra battuta, specie nei tornei minori. È l’epoca dei Sampras, Agassi, Courier, che lo battono anche negli Slam. Ma poi arriva il 1995, l’anno magico. Vince 12 tornei, 11 sul rosso, e inanella una striscia di 40 vittorie di fila sulla terra battuta, record di sempre nello stesso anno. Vince Montecarlo, annullando un matchpoint nella famosa finale contro Becker vinta al quinto set, trionfa a Roma e poi alza la Coppa dei Moschettieri a Parigi, battendo Chang: è il primo austriaco a vincere una prova del Grande Slam.

Nel febbraio del 1996 gli riesce l’impossibile:  conquista il numero uno al mondo della classifica. Rimane in cima per una sola settimana, perché  Sampras torna subito in vetta, ma poi Thomas torna di nuovo numero 1 per altre quattro settimane fra marzo e aprile. Per il tennis austriaco si tratta di un successo straordinario, anche se Sampras e Agassi si lamenteranno perché questo numero uno in classifica è un risultato ottenuto solo per via dei tanti tornei vinti sul rosso, una cosa che oggi non sarebbe possibile.

In Austria, Muster non aveva rivali. Litigava spesso fuori dal campo (talvolta anche dentro) con Horst Skoff, tennista che gli era ben dietro in classifica (e che è morto nel 2008). Dopo il ritiro di Muster, nel 1999, il tennis austriaco sprofondò nell’oblio. Non c’era all’orizzonte nessun giocatore capace di raccogliere la pesante eredità del mancino biondo. Per anni, a tirare la carretta saranno mediocri giocatori come Haider-Maurer e Köllerer,  oppure geni con troppo talento per diventare forti come Jürgen Melzer. Intanto, pare che un coach di provata esperienza come Günter Bresnik stia allenando un futuro campione.

L’arrivo di Thiem

Wolfgang Thiem e sua moglie Karin sono entrambi coach di tennis. Quando il piccolo Dominic ha circa 10 anni, papà Thiem finisce a lavorare nell’accademia di Günter Bresnik, già allenatore di Becker, Patrick McEnroe e Mansdorf. Dominic Thiem, classe 1993, gioca da quando ha 4 anni di età, ma è da dodicenne che inizia a praticare il tennis seriamente. Wolfgang chiede a Bresnik di dare un’occhiata a suo figlio. I due cominciano ad allenarsi una volta alla settimana ma dopo due anni, intraviste le potenzialità del campione, Bresnik decide di occuparsene a tempo pieno.

All’epoca, Thiem giocava in maniera difensiva e colpiva il rovescio a due mani; era più basso dei suoi pari età ma prometteva bene. Tuttavia, la strada per farlo diventare un campione era lunga e onerosa a livello economico. In un’intervista, i genitori di Thiem dichiareranno che hanno speso dai 60 ai 100 mila dollari ogni anno per provare a far diventare il loro figlio un campione, vendendo addirittura una casa lasciata in eredità dalla nonna materna.

Fondamentale per lo sviluppo dell’atleta Thiem è stato Sepp Resnik, ginnasta, calciatore, judoka e pentatleta fra le altre cose, che sarebbero l’aver attraversato il mondo in bicicletta e l’aver partecipato a numerose gare di resistenza fra ciclismo, corsa e nuoto. Resnik viene scelto da Bresnik nel 2012 per seguire la preparazione di Thiem. I due iniziano a lavorare specialmente sulle gambe del tennista, non all’altezza del tronco secondo Resnik.

Continua a leggere su Ultimo Uomo 

Dominic Thiem


Previous Next

keyboard_arrow_up