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L'ultimo dicembre

Nel 1985 gli Australian Open smettono di essere l'ultimo Slam. Per qualcuno però sarà il primo.

Nel 1985 gli Australian Open smettono di essere l'ultimo Slam. Per qualcuno però sarà il primo.

Adesso sembra impensabile ma ci fu un tempo che dell’Australian Open non importava niente a nessuno, forse anche per questo si giocava sull’erba. La “gamba zoppa degli slam”, così era soprannominato il torneo, era ancora lontana dall’essere definita “Happy Slam” da Roger Federer, non pochi pensavano che tutto sommato non valesse la pena attraversare l’oceano per giocare per pochi soldi e per di più sull’erba nel mese di dicembre, anche perché quelli forti in genere in quel periodo erano in finale di Coppa Davis, quando ancora l’insalatiera era una medaglia da appuntarsi valorosamente sul petto. 

Il lungo viaggio, il periodo, lo stesso albo d’oro che si era fatto imbarazzante raggiungendo forse il culmine dell’irrilevanza proprio nel 1980, quando a Wimbledon appena 5 mesi prima Borg e McEnroe scrivevano una delle pagine più esaltanti della storia del tennis e a Kooyong Park la finale la giocavano tali Brian Teacher e Kim Warwick, pensate un po’. Sarebbe da sfidarvi chiedendo chi erano costoro senza ricorrere a santo internet, ma non è che i due anni successivi le cose fossero andate tanto meglio, anche se Johan Kriek e Steve Denton erano vagamente più noti. Questi finalisti erano tutti lontani dalla top 5 del ranking, sebbene John Marks lo fosse un po’ meno, l’australiano perse contro Vilas la finale del 1978 e negli altri Slam non fu mai capace di superare il secondo turno. 

Ad ogni modo, probabilmente complice un qualche miglioramento nel sistema dei trasporti che rese Melbourne un po’ più vicina al mondo conosciuto, le tre edizioni dal 1983 al 1985 furono già di un livello molto diverso. Intanto Lendl e McEnroe si decisero a partecipare, e se il ceco aveva fatto una capatina nel 1980, quando qualche spicciolo poteva servire, per The Genius era l’esordio. Becker cominciava ad assaporare l’erba e crescevano anche Pat Cash e soprattutto Stefan Edberg. 

Nel 1984 Stefan era arrivato abbastanza facilmente nei quarti di finale del torneo. A 18 anni, Edberg aveva già modellato definitivamente il suo gioco, che si adattava perfettamente alla velocità dell’erba che esigeva attacchi continui a rete poiché, da fondo campo, i rimbalzi non erano certo quelli degli Wimbledon di oggi. A fermare la corsa di questa nuova promessa svedese fu lo svedese affermato, Mats Wilander, che proprio l’anno prima aveva vinto gli Australian Open per la prima volta. Mats vinse i primi due set, Edberg vinse il terzo set per 6-1 ma nel quarto Wilander chiuse la partita. Vincerà il torneo battendo Kevin Curren in finale.  

Passa circa un anno, era l’8 dicembre del 1985 quando Stefan Edberg gioca contro Mats Wilander agli Australian Open, solo che questa volta in palio non c’è la semifinale ma il titolo. I due si erano affrontati qualche mese prima, a luglio, nella finale dell’Open di Svezia giocato sulla terra battuta di Bastad: non ci fu storia, Wilander vinse per 6-1 6-0. 

Ma prima della finale, Edberg aveva compiuto un’impresa clamorosa eliminando Ivan Lendl in un match finito 9-7 al quinto set. Lendl era la testa di serie numero 1 del torneo, uno dei favoriti, un campione affermato, eppure a essere di ghiaccio in quell’occasione fu lo svedese. Edberg era in vantaggio per due set a uno, il punteggio era di 4 pari quando arrivò una pioggia torrenziale a salvare Ivan Lendl. Quando i due tornarono in campo erano passate quasi due ore, Lendl vinse il game con Edberg in battuta e chiuse per 6-4 il quarto set andando in vantaggio di un break nel quinto. Stefan poteva crollare, invece recuperò rapidamente e arrivò a matchpoint per tre volte nel decimo gioco. Non riuscì a vincere la partita in quel frangente, lo farà però qualche game dopo chiudendo il set per 9-7. Ivan Lendl non la prese tanto bene, affermò che “non considero l’Australian Open uno dei tornei più importanti al mondo, per me si tratta di un torneo di secondo livello”. Stefan giocò molto bene e raggiunse con pieno merito la sua prima finale Slam. 

Al decimo game del primo set Edberg è in vantaggio per 5 a 4 con Wilander al servizio, fino a quel momento Mats ha servito 6 ace contro nessuno di Edberg. Qualcosa però si inceppa nei meccanismi di Wilander. La prima non entra più, nel primo punto Edberg risponde a una seconda palla giocando un dritto interlocutorio, Mats sembra intimorito, è remissivo da fondo campo e Stefan forza subito col dritto andando a rete. Il passante di Wilander sbatte sul nastro: Mats monta una smorfia di nervosismo, come se sapesse già come andrà a finire la partita, ne è la prova il doppio fallo che lo manda 0-30 nel punteggio. Una prima vincente dimezza lo svantaggio ma quando nel punto seguente i due giocano da fondo campo sulla diagonale di rovescio, Edberg respinge un attacco di Mats con un passante lungolinea perfetto per stile ed esecuzione: due setpoint. Sul primo, un dritto banale finisce a rete, sul secondo Mats segue la prima a rete. La indirizza sul rovescio di Stefan, che in risposta lo costringe a tirar su una volée di rovescio difficile. Wilander manda la palla nuovamente sul rovescio di Edberg: il lungolinea è analogo a quello giocato poco prima, Mats tocca la palla ma il primo set è di Edberg. La partita finisce qui, gli altri due set sono senza storia.  

19 anni

Edberg vinse 100 mila dollari australiani, gli stessi che oggi riscuote chi perde al primo turno nel medesimo torneo. Mats ne prese la metà. “Non sono mai stato così felice – disse Edberg – questo è uno dei tornei giocati meglio in vita mia”. Fu il primo Slam di Edberg, Wilander non sembrava neanche tanto dispiaciuto. “Se c’è qualcuno contro cui non mi dispiace molto perdere quello è Stefan, è un buon amico”.

Il 1985, che negli Slam era cominciato con la vittoria di Wilander a Parigi, seguita da quella di Becker a Wimbledon e di Lendl agli US Open, si concluse con la vittoria australiana di questo giovane svedese. Mats e Stefan giocheranno insieme qualche giorno dopo la finale di Coppa Davis contro la Germania di Boris Becker, che li batterà entrambi, ma alla fine a vincere il titolo sarà la Svezia per 3-2. Fu l’ultima volta in cui gli Australian Open si giocarono a dicembre. Nel 1986 infatti l’evento non si disputò: in cerca di visibilità internazionale, prestigio e spettatori, l’organizzazione decise di spostare l’evento in maniera permanente nel mese di gennaio. L’ultimo Slam divenne così il primo dell’anno a partire dal 1987. Mancava ancora qualcosa per far crescere la popolarità dell’Australian Open: abbandonare Kooyong e l’erba naturale. Ma questa è un’altra storia.   

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