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Solo per i fan

Bernard Tomic torna a giocare uno Slam, lo ha fatto per noi.

Bernard Tomic torna a giocare uno Slam, lo ha fatto per noi.

Campo 2 a Doha, Qatar. L’australiano John-Patrick Smith serve sull’1-1 del terzo set contro il connazionale Bernard Tomic. Smith è un trentenne a cui non hanno regalato mai quasi nulla. Quasi perché nel 2013, quando aveva già 23 anni, gli assegnarono una wild-card agli Australian Open, lui perse in tre set contro Sousa e da allora non gli hanno più concesso il biglietto gratis. Sette anni più tardi, dopo aver vinto i play-off, si ripresentò nel tabellone principale dello Slam di casa e perse di nuovo in tre set, stavolta contro Safwat. Del passato di Tomic è inutile parlare.

Quando Smith serve da sinistra, con la solita parabola ad uscire, e Tomic trova una risposta vincente col rovescio tagliata che prende una traiettoria stretta, corta e imprevedibile, i pochissimi spettatori lasciano partire un “oooh” di stupita ammirazione. Chissà quale sarebbe stata la reazione del pubblico, si fosse giocato sulla Rod Laver Arena e non ci fosse una pandemia in corso. 

Poco importa. Tomic ha sempre avuto scarsa stima del pubblico, o quantomeno ha fatto di tutto per far sì che la gente lo pensasse. Ora che deve sudare su un campo senza nessuno che lo inciti, raccogliere le palline da sé perché i ball boy non sono ammessi e sfidare tennisti che in genere giocano di fronte a un massimo di 30 persone, chi può dire che non si senta più a suo agio? Del resto, gli sbruffoni sono delle persone che nascondono malamente la loro timidezza. 

Con un conto probabilmente in rosso, visto che ha guadagnato meno di 25.000 dollari in tutto il 2020, e un ranking che è ben lontano da quello che lui stesso crede di valere (“se sono a posto con la testa, sono da top 20, anche top 10”), Tomic si è quindi iscritto alle qualificazioni degli Australian Open. L’ultima volta che ha giocato in uno Slam era il 2019, l’ultima volta che ha vinto una partita in uno Slam era il 2018. Entrambe a Wimbledon, il suo torneo, quello in cui partecipò per la prima volta a 17 anni passando dalle qualificazioni, quello in cui raggiunse i quarti quando di anni ne aveva 18.

Le aspettative su di lui sono radicalmente cambiate da quella volta, ma lui è rimasto sempre uguale, per fortuna. Colpisce ogni palla di piatto, così si sforza il meno possibile. Usa il topspin solo quando colpisce di dritto, ma solo se lo gioca dalla posizione del rovescio indirizzandolo in lungolinea, quindi sul rovescio dell’avversario; serve lo spin da quella parte per tenere dentro la palla, ma è un effetto minimo, il colpo rimane esteticamente gradevole perché giocato in maniera armoniosa. Qualsiasi altro colpo esca dalla sua racchetta è solo frutto di una sapiente angolazione del piatto corde, la testa della racchetta che rimane ferma e il polso che la inclina giusto per indirizzare la palla in una maniera che solo chi “sente” la palla sa fare. Le gambe poi, le usa solo per muoversi incontro alla palla, mai per caricare i colpi. Non serve, basta il braccio se hai quel talento qui, anche a questi livelli. 

“Sì ok la foto ma controllate se avete il mio IBAN please”

Dopo il primo turno contro Kovalik e il secondo turno contro Schoolkate, battuti entrambi in tre set, a Tomic è capitato il numero 315 del mondo per tornare a giocare con quelli della sua classe. Non male, ma chiunque abbia visto giocare almeno una volta Smith sapeva benissimo che per Tomic la partita non sarebbe stata semplice. Mancino, tanta corsa e tanto top-spin di dritto: in sostanza tutto ciò che Tomic non è e mai vorrebbe essere. Dopo la vittoria contro Kovalik, Bernie aveva dichiarato di non aver bisogno di allenarsi granché, gran parte della preparazione fisica di cui aveva bisogno l’ha fatta quando era giovane. Mi basta la concentrazione, se ci metto la testa faccio le cose come devono essere fatte. Il primo set ne è la conferma: quando Tomic alza il livello, seppur di poco, non c’è recupero che tenga: troppo superiore su ciascuna diagonale, del servizio nemmeno parliamo. Smith, che a rete va pure più che volentieri, sbuffa e rincorre, ma perde 6-4.

Sembra fatta nel secondo set, Tomic attende che il punteggio arrivi nella zona decisiva per mettere una marcia più alta e pensare al ritorno a casa da figliol prodigo. Sul 5 pari si procura una palla break, gioca lo scambio come ha impostato tutto il match, indirizzando sul rovescio dell’avversario per poi aprirsi il campo col dritto a sventaglio. L’avversario però gli gioca sul dritto, lui colpisce in lungolinea, è un colpo facile, sarebbe un vincente ma esce di mezzo metro. Prende la maglia e si copre il volto, sa che la partita poteva finire se avesse messo dentro quel dritto. Sbaglia una risposta di dritto sul 40-40, fa rimbalzare delicatamente la racchetta per terra. Sbaglia ancora una risposta sul vantaggio Smith, “sculaccia” di nuovo la racchetta e prende la via della panchina senza fiatare. Nel game seguente, sarebbe inutile dirlo se siete arrivati fin qui, Tomic va sotto 0-40, fa due bei punti ma poi sbaglia un dritto comodo, si va al terzo. 

Non si sente più neanche l’Imam chiamare a raccolta i fedeli per l’ora della preghiera quando il terzo set va avanti senza sussulti. Ognuno tiene il game di battuta con relativa facilità in attesa di chissà cosa. Forse a Smith sembra bastare giocarsela alla pari con un connazionale che è stato forte, vai a sapere, però man mano che il punteggio cresce nei numeri John diventa serio, capisce che è arrivato il momento di vincere. Una bella volée incrociata su un passante lungolinea di Tomic è un bel punto del game che dal 4 pari porta Smith sul 5-4. Serve Tomic. 

Sul 15-30 c’è un altro scambio lungo. Smith non sbaglia nulla, ma un rovescio di Tomic impatta proprio l’incrocio delle righe, Smith protesta ma non c’è niente da fare: 30 pari. Tomic si salva, una smorzata sublime lo porta sul 5 pari, lui restituisce con gentilezza le palle all’avversario. Smith non molla, Tomic neanche, un altro rovescio incrociato vincente, giocato con grazia divina, fa dire all’arbitro six games all. Tie-break. 

Cioè i complimenti di Benoit, da genio a genio 😍

Nonostante sia sempre Tomic a comandare nel punteggio, Smith continua a farsi sotto con pervicacia ogni volta e la beffa sembra dietro l’angolo. Ma Tomic qualche partita l’ha giocata, seppur controvoglia, e sa di essere il tennista più forte. Sull’8-7, quando Smith serve per agganciarlo dopo averlo rincorso per tutto il tie-break, vince il punto d’autorità, imponendo la superiorità dei suoi colpi. E al primo match point, sulla timida battuta dell’avversario, fa partire uno dei suoi dritti, quelli che sembrano uscire quasi per magia dalla racchetta, tanto è essenziale il movimento. Un’esultanza a braccia aperte prolungata, forse in favore dei fotografi, poi via la maglietta e ora testa a Melbourne, ma soprattutto all’assegno da 100mila dollari australiani per aver raggiunto il primo turno. Non si può dire che non se li sia sudati, lui che detiene il record per la partita persa più velocemente nella storia dell’ATP: tre vittorie al terzo set, due delle quali al tie-break e una di queste con un match point annullato, per un totale di sette ore e trentatré minuti.

Qualche settimana fa aveva scatenato la fantasia dei brufolosi titolisti del Daily Mail grazie alla sua nuova fiamma, una modella di OnlyFans, una piattaforma di intrattenimento per adulti. Conoscendo il personaggio, in molti avevano ipotizzato una nuova carriera per Tomic, viste le alterne fortune che quella da tennista gli aveva riservato. Con le tre vittorie di Doha si è garantito qualche settimana di tranquillità, sperando che il sorteggio nel primo Slam dell’anno sia fortunato e prolunghi ulteriormente l’agio. Pazienza se non ci sono i fan a fare il tifo per lui: ne ha sempre fatto a meno, perché dovrebbe averne bisogno ora che ha quasi trent’anni?

Australian Open 2021 bernard tomic


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