Abbiamo problemi con la gente.
Siamo al rush finale della stagione e c’è da qualificarsi alle Finals, Singapore per la WTA, Londra per l’ATP.
Agli US Open ha vinto Wawrinka e non è nemmeno una sorpresa: come avremmo potuto giustificare la vittoria di Djokovic?
Per la sua tredicesima sconfitta in altrettante partite giocate contro Djokovic, Gaël Monfils ha scelto il modo più spettacolare e folle. E nessuno poteva aspettarsi di meglio.
Doveva esserci di sicuro Murray, ma nella semifinale della parte bassa del tabellone degli US Open ci saranno Wawrinka e Nishikori.
Forse abbiamo visto l’ultimo match in uno Slam di Roberta Vinci. È finito con un severo 6-0 ma le carezze di Roberta lo hanno reso meno doloroso.
Sembrava un sabato come tanti altri a New York. Poi sono scesi in campo Stan Wawrinka e Daniel Evans e ci hanno regalato la partita più bella della prima settimana agli US Open.
Paolo Lorenzi e Carlos Berlocq hanno giocato nella desolazione del campo 14 degli US Open: erano introvabili, proprio come le figurine di Volpi e Poggi.
Domani comincia l’ultimo Slam dell’anno e i due favoriti, Novak Djokovic e Serena Williams, non sono così favoriti. E ci sono altre questioni interessanti.
Una polemica fra addetti ai lavori riporta in auge il tormentone: Supertennis è propedeutica allo sviluppo del movimento tennistico italiano?
Riflessione libera sul giornalismo, col tesserino o senza, roba per addetti ai lavori scritta da non addetti ai lavori (insomma).